La Crusca bacchetta Poste Italiane: "I Delivery services creano confusione tra gli utenti"

Il gruppo Incipit ammonisce: “Un’azienda investita di un servizio pubblico non deve scegliere per le proprie prestazioni denominazioni che non rendono semplice la scelta del prodotto”

Claudio Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca

Claudio Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca

Firenze, 3 novembre 2021 - Un’azienda investita di un servizio pubblico come Poste Italiane non dovrebbe scegliere per le proprie prestazioni delle denominazioni che non rendono semplice per l’utente la scelta del prodotto. Lo sostiene il gruppo Incipit dell’Accademia della Crusca, che spiega: “Chi intende avvalersi delle Poste italiane per spedire un pacco deve fare i conti con un fatto imprevisto, e non per tutti amichevole: la posta non trasporta, consegna, distribuisce, recapita, bensì si occupa di “delivery”, come nei paesi anglofoni, parola che viene, come il verbo to deliver, dall’antico francese délivrer, a sua volta dal latino ‘De-liberare’, che ha dato l’italiano deliberare, dotato però di un senso alquanto diverso”.

Non è facile per tutti gli utenti – fa sapere il gruppo Incipit della Crusca - distinguere le differenze tra i vari tipi di servizi offerti, quelli che poco tempo fa erano contraddistinti dalle diciture “pacco ordinario”, “pacco celere” ecc. Ora abbiamo Delivery Express, Delivery standard, Delivery Globe, Delivery Europe, Delivery international Express, Delivery web, con un ordine dei componenti dei sintagmi che non pare rispettare sempre alla perfezione quello reale della lingua inglese.Sono nomi che probabilmente vogliono evocare l’aggiornamento tecnologico di una logistica al passo con i tempi, ma l’efficienza sarebbe identica se espressa con una più comprensibile nomenclatura italiana”.

Il gruppo Incipit suggerisce dunque che un’azienda investita di un servizio pubblico come le Poste “non debba cedere alla sirena del ‘marketing’ fino a scegliere per le proprie prestazioni, destinate a utenti di lingua italiana, denominazioni che sicuramente non rendono l’offerta più perspicua e chiara, e neppure facilitano il contatto con il pubblico o la scelta del prodotto”.  L’Accademia della Crusca ricorda inoltre che il gruppo Incipit si occupa di esaminare e valutare neologismi e forestierismi ‘incipienti’, scelti tra quelli impiegati nel campo della vita civile e sociale, nella fase in cui si affacciano alla lingua italiana, al fine di proporre eventuali sostituenti italiani. Il gruppo Incipit dell’Accademia della Crusca è costituito da Michele Cortelazzo, Paolo D’Achille, Valeria Della Valle, Jean-Luc Egger, Claudio Giovanardi, Claudio Marazzini, Alessio Petralli, Luca Serianni, Annamaria Testa.

 

Maurizio Costanzo