L'INTERVISTA/ Aldo Montano: ho rischiato anch’io per il formaggio

Il campione di scherma e i cibi proibiti. «Molta superficialità nei locali»

Aldo Montano

Aldo Montano

Livorno, 17 luiglio 2018 - «Ho rischiato di morire in 5/6 occasioni. Le speranze? Sensibilizzare le persone e garantire punizioni severe in caso di errore certo». Aldo Montano giovedì sarà in pedana a Wuxi, in Cina, per i mondiali di scherma. In passato ha visto la morte in faccia a causa della sua allergia a una proteina del formaggio, la caseina. Nel 2015 pubblicò un post al veleno dopo un ricovero d’urgenza a Forlì. «Sono stufo delle rincorse in ospedale in choc anafilattico – scrisse – e della poca attenzione di istituzioni e ristoratori». A distanza di più di tre anni, però, il suo grido d’allarme non cambia.

Quanto è importante l’attenzione da rivolgere alla trasparenza degli alimenti utilizzati? «Chi lavora in un esercizio pubblico che sottopone alimenti deve avere la massima attenzione, ansia e preoccupazione quando serve clienti che hanno manifestato allergia a ogni sorta di ingredienti. Questo perché alcuni, che possono sembrare innocui ai più, per altri possono essere mortali. Noi allergici dobbiamo avere la tranquillità di poter ordinare un piatto ed essere sicuri che non c’è allergene».

E in Italia com’è la situazione? «Spesso c’è ancora molta superficialità. Soprattutto nel passaparola tra cameriere, cuoco e cucina. A volte manca la giusta attenzione al problema».

Porta sempre i farmaci? «Sempre. Adrenalina e cortisone sono utili, ma nel mio caso ormai anche l’adrenalina autoiniettabile intramuscolare non sempre fa effetto».

E a chi si trova in condizioni analoghe cosa consiglia? «Arrivare velocemente al primo pronto soccorso».

Non c’è soluzione? «Andrebbero sensibilizzate le categorie che sottopongono alimenti. Tempo fa una buona iniziativa obbligava i ristoratori a scrivere sul menu i componenti delle pietanze facendo attenzione alle allergie più frequenti. Ma ne ho visti sempre meno».

Paolo Biagioni