Informazione, Feroni: 'Serve cautela su fake news'

Il vice presidente dell'Autorità per la protezione dei dati personali a Firenze in occasione di un convegno organizzato dalla Fondazione Cesifin.

Un momento del convegno a Palazzo Incontri

Un momento del convegno a Palazzo Incontri

Firenze, 3 ottobre 2022 – Il centrale ruolo dell'informazione, che deve fare da 'regolare' di fake news. Il problema del discorso d'odio, gli indirizzamenti sulla libertà di espressione. Giuristi, accademici e operatori del settore si sono confrontati a Firenze nel corso del convegno “Libertà di espressione al tempo dei social media”, organizzato a Palazzo Incontri dalla Fondazione Cesifin Alberto Predieri. Tra gli ospiti Ginevra Cerrina Feroni, vice presidente garante per la protezione dei dati personali e vicepresidente della Fondazione Cesifin. E ancora il vicepresidente della Corte costituzionale Nicolò Zanon e il presidente di Fondazione Cr Firenze Luigi Salvadori. “Vogliamo riflettere sullo stato di salute della libertà di espressione in Italia – ha dichiarato Cerrina Feroni -. E parliamo di tutto il mondo, dal caso Trump negli Stati Uniti fino a quello di Casapound del nostro Paese. Io vedo che la libertà di espressione nel corso degli anni si è complessivamente ristretta. Si è ristretta perché la Corte costituzionale ha continuato a individuare limiti alla libertà di espressione per esigenze collettive, rispettare la dignità delle persone che si sono sentite offese da un eccesso di libertà di espressione in rete. Inoltre sono esplosi sia il discorso d'odio che il fenomeno della disinformazione. Senza dimenticare che ormai sono le piattaforme, che inseguono modelli di business, a definire le linee rispetto alla libertà di espressione”. L'informazione dovrà fare da “regolatore”, ha aggiunto Cerrina Feroni. Secondo Feroni “il fact checking, ovvero capire quando siamo in presenza di una fake o no, deve esercitato con grande cautela da parte degli organi di informazione perché anche questo, se non fatto in modo corretto, può trasformarsi in un ulteriore limite alla libertà di espressione”.

Niccolò Gramigni