Influenza, il virus aggira il vaccino. Ecco perché è scoppiata l’epidemia

Tutta colpa del tipo B Yamagata non previsto nel ‘trivalente’ più diffuso

Influenza e Covid, le differenze di sintomi

Influenza e Covid, le differenze di sintomi

Firenze, 16 gennaio 2018 - Nonostante i medici di famiglia ipotizzino un aumento dei vaccinati contro l’influenza di circa il 10% rispetto alla passata stagione, quando il dato si fermò poco sopra al 50%, siamo sempre troppo bassi e lontani dall’immunità di gregge, una copertura diffusa che farebbe crollare il numero dei contagi.

Nella stagione a cavallo fra il 2017 e il 2018 l’influenza ha già messo ko 150mila toscani (il dato dell’osservatorio InfluNet è aggiornato alla prima settimana di gennaio), con un’incidenza molto alta, la più rilevante raggiunta negli ultimi dodici anni (solo nel 2004-2005 il totale dei casi fu superiore). E il numero degli ammalati – che in Italia ha già superato la soglia dei 3 milioni – continuerà a crescere visto che anche se nei bambini e nei ragazzi il picco è già stato raggiunto e l’epidemia è in fase calante, per adulti e anziani il picco è atteso la prossima settimana. Perché tanti contagi nonostante l’incremento di vaccinazioni? Il problema principale, ma non l’unico, è che in questa stagione influenzale si sono ammalati anche molti vaccinati perché il virus maggiormente diffuso, il tipo B Yamagata, ha dribblato il vaccino, come spiega Giovanni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.

O meglio, il trivalente adiuvato, diffuso nel 60% delle 900mila dosi distribuite alle aziende sanitarie della Toscana, non contiene il B Yamagata, presente invece nel quadrivalente, non somministrato ai bambini con età inferiore ai 3 anni e agli anziani con età superiore ai 70: anche se l’Agenzia italiana del farmaco pochi giorni fa ha autorizzato l’utilizzo anche nei bambini fra i tre mesi e i 3 anni, per cui la commissione regionale valuterà le classi di età alle quali estenderne l’uso.

L’altro virus influenzale che è tornato a colpire duramente, dopo la sua comparsa nel nostro Paese nel 2009, è quello della cosiddetta influenza suina, l’AH1N1, che ha causato moltissimi casi con importanti complicazioni respiratorie. Contrariamente alle previsioni che erano arrivate dagli Usa, dall’Inghilterra e dall’Australia, il virus AH3N2, molto attivo nella passata stagione, ha fatto retromarcia.

I medici di famiglia per voce di Vittorio Boscherini, direttore del dipartimento di medicina generale dell’Asl Toscana Centro, invitano ancora alla vaccinazione: «Dopo 15 giorni dal vaccino si è immunizzati – spiega Boscherini – Anche se il picco è vicino, l’epidemia non sarà conclusa per tutto l’inverno e dunque c’è sempre la possibilità di essere contagiati». Mentre il presidente toscano della Società italiana di pediatria, Giovanni Vitali Rosati, annuncia che i pediatri lanceranno un documento convinti che la strategia per la vaccinazione antinfluenzale debba essere modificata, comprendendo i bambini sani che anche quest’anno sono stati la classe di età più colpita e quindi il maggior veicolo di influenza. «In Usa, Canada ma anche in molte realtà europee a cominciare dall’Irlanda la vaccinazione dei bambini sani è la principale arma di protezione di massa», spiega Vitali Rosaati.