Famiglia bloccata in India, l'Ambasciata: "La stiamo seguendo"

Nella giornata di oggi la paziente sarà visitata dal team speciale della protezione civile

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FIRENZE, 5 Maggio 2021 - «L’Ambasciata d’Italia a Delhi continua a seguire con grandissima attenzione la situazione della coppia Galli Filippini, fornendo una costante azione di sostegno", sottolinea la nostra ambasciata in India che aggiunge di essere "in continuo contatto anche con l’equipe di tre medici dell’Holy Family Hospital, struttura privata della Chiesa cattolica a Delhi, che sta seguendo il decorso dell’infezione da Covid19 che ha colpito Simonetta Filippini". "A seguito degli accertamenti clinici condotti il 3 maggio, i medici indiani riferiscono che i valori di Simonetta Filippini sono nella norma, con un inizio di infezione polmonare da Covid – spiega la nota –. A seguito dell’ultima visita nella sera del 4 maggio, i medici riferiscono di aver registrato un miglioramento nei valori e nella sintomatologia". Miglioramento confermato dalla stessa Simonetta. "La proposta di trasferimento della paziente dal Covid hotel a cinque stelle all’ospedale privato Holy Family – aggiunge la nota –, è basata su motivi puramente precauzionali".

Nella mattinata di mercoledì 5 maggio, d’intesa con le autorità sanitarie indiane, il team speciale della protezione civile, composto da medici di comprovata esperienza e che è a Delhi per la messa in opera di un impianto di produzione di ossigeno donato a un ospedale locale, visiterà Simonetta Filippini per verificarne le condizioni di salute. "Su richiesta dell’interessata conclude l’ambasciata –, il trasferimento in ospedale è stato rinviato a domani, per consentire alla stessa di sentire la sua assicurazione e valutare la fattibilità di un volo privato di rimpatrio sanitario al quale la connazionale ha dichiarato di voler far ricorso". Opzione sulla quale ha ricevuto informazioni dall’Ambasciata che intanto rimane "in costante contatto con la coppia, il loro legale, l’assicurazione e l’équipe medica indiana, coadiuvata dal medico dell’Ambasciata".