Morte di David Rossi, la controffensiva dei pm: "Aglieco non era in quella stanza"

Nastasi, Natalini e Marini verranno sentiti in tre diverse audizioni dalla commissione parlamentare. Secondo la loro versione il colonnello era già andato via dall’ufficio di Rossi quando telefonò l’onorevole Santanchè

Siena, 18 dicembre 2021 - Saranno ascoltati dalla commissione d’inchiesta sulla morte di David Rossi a distanza, toccherà per primo il 20 gennaio al pm Antonio Nastasi, il più bersagliato dalle rivelazioni del colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco. I tre pubblici ministeri protagonisti delle inchieste sotto accusa (oltre a Nastasi, Aldo Natalini, 17 febbraio, e Nicola Marini, 24 febbraio) presumibilmente hanno già preparato le relazioni difensive da presentare ai procuratori di Firenze e Roma, nelle quali forniranno la loro versione su quello che è accaduto il 6 marzo 2013 nell’ufficio al terzo piano del Monte dei Paschi di Rossi nei due sopralluoghi, alle 21,25 e alle 0,45.

La prima linea di difesa sarà contestare la presenza del colonnello Aglieco in quella stanza. Per i pm non c’era più, era andato via prima della telefonata dell’onorevole Daniela Santanché alle 21,59. Quindi non avrebbe potuto vedere Nastasi che risponde e dice ’sono il pubblico ministero, richiami’. Come pezza d’appoggio porteranno i tabulati Fastweb, allegati agli atti, dai quali si evince che non c’è stata risposta a quella telefonata, dopo 38 secondi di squilli.

I pm contesteranno anche il racconto del cestino rovesciato sul tavolo. Sarebbe stato uno dei carabinieri presenti a scorgere i foglietti stracciati con quelle frasi che sarebbero state scritte da Rossi, ’Ciao Toni, mi dispiace, l’ultima cazzata che ho fatto è troppo grossa...’, e sarebbero rivolte alla moglie Antonella. Il carabiniere li avrebbe indicati ai tre pm, non si sa chi li ha presi e stesi sulla scrivania. Il cestino sarebbe rimasto lì, con i fazzoletti sporchi di sangue. Altra contestazione, i pm non sapevano dell’esistenza di altre 61 foto e due video che l’assistente di polizia Federica Romano ha consegnato alla commissione parlamentare pochi giorni fa. Porteranno i verbali redatti dalla Romano nel marzo 2013 che contengono elenco e didascalie di solo 60 foto. Non avrebbero potuto occultare scatti e video a loro ignoti.

"Da avvocato garantista, ma la decisione è stata assunta all’unanimità dalla commissione, ho ritenuto opportuno dare la possibilità a chi è stato chiamato in causa di dire la sua, vista la rilevanza giuridica, investigativa e mediatica della vicenda". Il presidente Pierantonio Zanettin spiega così l’accelerazione decisa giovedì sera dalla commissione sul fronte audizioni alla luce dell’esplosione del caso dopo le rivelazioni del colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco. Prioritario convocare subito i carabinieri "che dai nostri documenti erano presenti quando Aglieco e i pm sono entrati nella stanza di David Rossi. Ascolteremo cosa avranno da dirci, se confermano o meno il racconto del colonnello". Si tratta, come noto, di un ufficiale in pensione, Rosario Mortillaro, all’epoca vice comandante provinciale dell’Arma di Siena, unitamente a Giuseppe Manichino, che guidava il nucleo investigativo, ed Edoardo Cetola, tenente al nucleo operativo e radiomobile. Il quarto nome è Marcello Cardiello, anche lui in pensione, che comandava la stazione di Siena Centro. "Se saranno segretate le loro audizioni il 22 dicembre? Una decisione sulla quale devo riflettere ma non è escluso. Tutti hanno dato la loro disponibilità a venire a Roma", spiega Zanettin. Che ha incontrato ieri il presidente dell’Antimafia, Nicola Morra: aveva annunciato che ci sono gli estremi per far partire un’attività istruttoria in relazione a vicende afferenti a Mps. "Ha assicurato che ne parlerà con il suo ufficio di presidenza per la trasmissione di materiale in possesso di tale commissione, allo stato secretato". 

Il 21 dicembre partirà poi la maxi-perizia per ricostruire le modalità della caduta di Rossi dalla finestra della Rocca. Previsti test di trazione dei fili antipiccione, della sbarra di protezione della finestra, e, dopo le 17, quando sarà buio, pioggia artificiale per verificare gli effetti dell’acqua sulla telecamera di videosorveglianza del vicolo del Monte Pio.  

Pino Di Blasio Laura Valdesi