Incendio a Prato, è la guerra dei pronto moda. Cinque aziende distrutte, il rogo è doloso

Le fiamme avvolgono un capannone che ospita ditte cinesi, danneggiata anche una tessitura italiana

Prato, 14 settembre 2022 - Inferno nella notte del Macrolotto Uno di Prato, cuore pulsante dell’economia orientale, sede di migliaia di pronto moda a conduzione cinese. Un grosso incendio è divampato dentro un complesso industriale, di proprietà italiana, di oltre 7000 metri quadri in via Gora del Pero. L’allarme è stato dato intorno alle 3.30 di martedì notte. Il fuoco è partito dalla Vivi Style e ha attaccato tre pronto moda cinesi e una tessitura italiana, la Furpile, tutte attività confinanti. Le fiamme si sono ulteriormente propagate ad altri quattro pronto moda, seriamente danneggiati. Il primo pensiero è andato all’eventualità che dentro ci fossero ancora persone intente a lavorare. Un flashback che ha portato la mente dei soccorritori a pochi metri di distanza dove si trova l’azienda Teresa Moda, la confezione all’interno della quale, nel 2013, morirono sette operai cinesi. Una tragedia rimasta indelebile nella memoria collettiva.

Quando i vigili del fuoco sono arrivati non hanno trovato nessuno dentro le ditte: per fortuna gli operai erano tutti usciti.

Le fiamme, subito altissime e visibili da lontano insieme a una colonna di fumo nero, si sono sviluppate nel centro dell’edificio in pochissimo tempo, alimentate dalle centinaia di capi tessili pronti per la stagione autunnale stoccati all’interno delle confezioni. Gli abiti hanno fatto da combustibile tanto che è stato necessario l’intervento di diverse squadre e autobotti dei vigili del fuoco provenienti dal vicino comando di via Paronese, ma anche da Firenze, Pistoia e Lucca, per un totale di 40 unità e una quindicina di automezzi. Il bilancio è pesante: tre pronto moda sono andati completamente distrutti. Il tetto dell’immobile con pannelli fotovoltaici è crollato. Pareti e porzioni di copertura sono state sbriciolate dalla forza delle fiamme mentre tonnellate di materiale tessile è diventato cenere; seriamente danneggiata la Furpile, nota tessitura italiana, tra le poche aziende rimaste incastonate nel formicaio di confezioni orientali. Sul posto sono intervenuti i tecnici di Arpat, del Dipartimento di Igiene e prevenzione dell’Asl che hanno scongiurato la presenza di amianto e dormitori. Sono arrivati anche i vigili del fuoco della polizia giudiziaria per l’acquisizione dei primi elementi utili ad avviare le indagini. Ora gli inquirenti sono impegnati a ricostruire l’identità dei pronto moda, risalire ai titolari e alla proprietà del capannone diviso in più unità lavorative.

Le indagini seguite dai carabinieri del Nucleo investigativo, sembrano confermare la natura dolosa del rogo. In quanto alle motivazioni, al momento la pista più accreditata è legata a questioni di lavoro. Un regolamento di conti per qualche sgarro subito e un messaggio forte e chiaro inviato ai titolari del pronto moda? Alla fine di agosto quattro imprenditori cinesi sono stati gambizzati per un regolamento di conti per questioni di lavoro. È iniziata la guerra dei pronto moda?