Immuni, l'app è attiva anche in Toscana

Dopo la settimana di sperimentazione in quattro regioni l'app Immuni, lunedì 15 giugno, ha debuttato sul territorio nazionale. Ecco come funziona

L'app Immuni

L'app Immuni

Firenze, 16 giugno 2020 - Dopo la settimana di sperimentazione in quattro regioni l'app Immuni, lunedì 15 giugno, ha  debuttato sul territorio nazionale. Ed è dunque attiva anche in Toscana.  L'applicazione per il tracciamento dei contatti, parte della strategia del governo per contenere il coronavirus, si presenta all'appuntamento con numeri in crescita, anche se ancora non molto elevati: 2,5 milioni di italiani, secondo il ministero dell'Innovazione, hanno scaricato l'app, che ora è integrata nel sistema sanitario in tutta la Penisola.

A introdurre l'arrivo di Immuni in Italia è stata Bending Spoons, la società che ha creato l'app e l'ha messa a disposizione dell'esecutivo. Gli sviluppatori hanno risposto alle domande poste dagli utenti sul social Reddit: hanno ribadito la tutela della privacy e l'importanza di scaricare l'applicazione («più si diffonde, più sarà efficace») anche se non hanno nascosto la non infallibilità della tecnologia.

Immuni registra i contatti tra due smartphone che sono stati distanti tra loro meno di due metri per un tempo superiore ai 15 minuti. Il problema è che gli smartphone non possono misurare direttamente la distanza a cui avviene un contatto. Per questo l'app, basata sul sistema messo a disposizione da Apple e Google, usa l'attenuazione del segnale Bluetooth Low Energy per fare una stima. Tale segnale «è molto influenzato da vari fattori di disturbo, per esempio gli ostacoli che si frappongono fra i due smartphone. Quindi non è realistico pensare di non avere 'falsi positivì e 'falsi negativì», rileva Bending Spoons. Gli sviluppatori assicurano tuttavia che si lavora ad un continuo perfezionamento della calibrazione, in modo da ottenere risultati sempre più accurati, e invitano gli italiani a fare il download.

«Maggiore è la diffusione di Immuni, più sono i potenziali contagiati che l'app riesce ad avvertire e che possono quindi isolarsi, aiutando a contenere l'epidemia e ad accelerare il ritorno alla normalità», osservano. «Se anche l'app finisse per salvare una sola vita, probabilmente ne sarebbe valsa la pena».

La scorsa settima in Liguria sono stati inseriti i primi tre codici di positività di altrettanti pazienti. Intanto l'adozione delle app di tracciamento procede, tra alti e bassi, anche in Europa. 

COME FUNZIONA 

E' un'applicazione volontaria da installare sul proprio telefono per allertare le persone che sono venute in contatto stretto con positivi al Covid. Il funzionamento è piuttosto semplice: quando due persone che hanno scaricato l'app sul proprio cellulare si incontrano, i rispettivi cellulari si scambiano un codice alfanumerico, definito identificativo anonimo, tracciando così i diversi contatti che le persone possono avere nel tempo (non sono memorizzati e tracciati né i dati anagrafici delle persone, né i dati relativi alla geolocalizzazione delle stesse). Quando una persona risulta positiva al tampone Covid-19, viene contattata da un operatore sanitario per la necessaria indagine epidemiologica, che gli chiede anche se ha installato la App Immuni sul proprio cellulare. Se la risposta è positiva allora l'operatore deve chiedergli di aprirla e, attraverso una specifica funzione, di generare un codice OTP, di dieci caratteri, necessario per risalire ai codici dei contatti. A questo punto il paziente comunica all'operatore il codice OTP, che l'operatore inserirà in un gestionale dedicato, accessibile attraverso il Sistema Tessera Sanitaria unitamente alla data di inizio dei sintomi. Il paziente riceve quindi nella App Immuni una richiesta di autorizzazione per la prosecuzione della procedura. Nel momento in cui il paziente dà l'autorizzazione il sistema Immuni invia automaticamente, ai contatti del paziente, una notifica di potenziale rischio contagio (testo standard a livello nazionale) e li invita a contattare il proprio medico di medicina generale/pediatra di libera scelta se maggiore di 14 anni, per ricevere le indicazioni sulle conseguenti attività di sorveglianza sanitaria.