Il virus, il lockdown, i venti di crisi. Così l’ultradestra cavalca la rabbia

Mentre il Paese vuole risollevarsi dalla pandemia, i cani sciolti cercano di coltivare l’esasperazione La galassia dei gruppi estremisti si organizza sul web tra "marce su Roma" e immaginifiche spallate al governo

Social network e smartphone

Social network e smartphone

Firenze, 3 maggio 2020 - Sui social dicono di essere migliaia. Ma, dal virtuale al reale, la conta si riduce di un paio di zeri. Minacciano la rivoluzione contro la politica e, spesso, si rifanno a paroline chiave di estrema destra. Che ringrazia e soffia sul fuoco. Sono i cani sciolti degli “arrabbiati” da Covid-19, pronti per la piazza ma parcheggiati in salotto.

Ora si stanno organizzando per rompere il lockdown con assembramenti e chiedere la testa di “Giuseppi”, come hanno ribattezzato il premier nelle chat antipandemia, scimmiottando il tweet-gaffe di Trump. L’accusa: malagestione della Fase 2 e famiglie sul lastrico. Il popolo dei disobbedienti si raduna su Telegram e sul social Vkontakte, il gemello russo di Facebook.

Qui da metà aprile gli arrabbiati architettano la rivolta civile: cassaintegrati, artigiani sul lastrico, ristoratori finiti in protesto e senza diritto a un mutuo. Un pentolone che ribolle sotto il coperchio della quarantena. Dentro c’è di tutto. Pure ex consiglieri comunali ed ex candidati sindaci. Quasi tutti orbitano a destra di Salvini. Almeno a parole.

Come Nicola Franzoni imprenditore carrarino titolare di tre locali ed ex candidato sindaco nel 2012 a Carrara per Futuro e Libertà, il tetto politico tirato su da Fini per gli esuli di An, poi crollato nel 2014. Franzoni alle 11 del 1 maggio ha guidato in diretta Facebook, da una stanzina della Capitale, l’evento “Marcia su Roma“. Il programma: ritrovo in piazza San Giovanni alle 15 contro “questo Governo assassino“, come recita il gruppo Telegram omonimo da quasi 900 membri, poi oscurato. "Almeno Mussolini aveva costruito l’Italia, dando lavoro e pensioni", sostiene. La Marcia ha rastrellato centinaia di adesioni da tutta Italia in sei giorni. "Ora telefono a Gianni".

Gianni è Gianni Musetti, ex consigliere comunale di Forza Italia a Carrara, un passato nella Destra di Storace. Il vero motore della Marcia con lo slogan “Marciare per non marcire” è lui. In vivavoce aveva assicurato: "Ho chiamato alcuni parlamentari, ci hanno dato il loro appoggio". Ma uno a uno, gli iscritti Telegram capitoleranno. Chi era già in San Giovanni non vedrà quasi nessuno. Altri dopo aver sbattuto nei controlli faranno dietrofront. In piazza alle 15 saranno meno di 40. Ma per gli arrabbiati è un successo. Chi ha puntato Roma ha fatto un warm-up di rivoluzione. Quella vera scatterà poi. "Perché sappiano - riflette uno di loro, Manfredo Bianchi - che a Roma si arriva. Se saremo 30mila, qualcosa faremo". La macchina della rabbia è costruita e attende un pilota di razza.  

Lo dimostrano i 20 gruppi Telegram, uno per regione, spuntati con la sigla ‘Msr’ (Marcia su Roma). Più di duemila iscritti in una settimana. Quasi tutti odiano la #dittaturasanitaria, due paroline cucite in hashtag da Roberto Fiore, anima del partito neofascista Forza Nuova, che da 15 giorni spopolano su Vkontakte. Sul social russo, l’ultradestra italiana si è ritrovata dopo l’espulsione da Facebook, incitando alla ribellione con l’hashtag. In piazza a Roma, alcuni erano proprio militanti di Fn. Uno dei mantra forzisti del 1 maggio è stato “Ribellione fiscale“. Ci studia l’intellighenzia dell’ultradestra: Fortezza Europa, associazione veronese che riprende il nomignolo affibbiato da Hitler nel 1942 alle colonie del Reich. "Fedeli - dicono su Telegram ai 190 iscritti - a identità, famiglia, autarchia e aristocrazia". Vogliono dare una spallata a Conte. "È un incantatore di serpenti", spiegano con un banner di ‘Giuseppi’ che ipnotizza un cobra. La soluzione è cucire le tasche. "Il 4 maggio aprano tutte le attività o sarà sciopero fiscale". Domani si terrà l’altro ammutinamento. Stavolta al 100% apolitico, anche se lo slogan “Noi siamo il popolo” in tedesco si legge “Win Sir Das Volk“, mantra dei sovranisti di Berlino. Dietro c’è la creatura delle partite Iva infuriate. Il gruppone si chiama “Agiamo adesso“. Tra loro Francesco Maisto, fotografo varesino. Ha le idee chiare: "Voglio organizzare una rivolta - annuncia su YouTube - e far capire a questi pezzi di m. che siamo stufi". Il gruppo in chat ha quasi 1.200 membri e 28 referenti in 20 regioni. Ma che vogliono? Andare in piazza domani, sventolando il manifesto caricato su agiamoadesso.org: uscita dalla Ue, aiuti per le famiglie, azzeramento dei debiti allo Stato, ridefinizione dei trattati.  

Con loro i gilet gialli, cugini alla lontana. Su Telegram, i gilet, si passano un “Vademecum per le libertà“. È un pdf di 24 paginette che spiega, in punta di diritto, come il lockdown sia illegale e schivare le sanzioni. Cambia il colore, ma restano i gilet, stavolta arancioni: guidati dall’ex generale dei Ris, Antonio Pappalardo: "Il 2 giugno scenderemo in piazza per cacciare il Governo". L’appello gira pure su Vkontakte dove ci sono anche i moduli per querelare ‘Giuseppi’. Lo hanno fatto già in mille con l’avvocato Edoardo Polacco del foro di Roma. Il reato? Tradimento alla Costituzione. Sul social russo, sotto la notizia, Anna G., pasionaria sovranista, gongola: "Il regime ha prolungato il lockdown perché teme la Marcia. Arriviamo, ladri. A casa non sappiamo più che fare". Noia chi molla. © RIPRODUZIONE RISERVATA