Green pass obbligatorio al lavoro: domande e risposte per chiarire tutti i dubbi

Guida alle nuove regole sul certificato verde. Lo smart working tra i nodi da sciogliere

Green pass obbligatorio per tutti i lavoratori

Green pass obbligatorio per tutti i lavoratori

Roma, 17 settembre 2021 - Alla fine il Green pass è diventato obbligatorio per tutto il mondo del lavoro, sia per il settore pubblico che per quello privato. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato all'unanimità il nuovo decreto che impone dal 15 ottobre fino al 31 dicembre la certificazione verde per tutti i lavoratori dipendenti, i professionisti e gli autonomi. Le sanzioni per chi non avrà il Green pass sono pesanti: si parte da multe fino a 1.500 euro, stipendio congelato, e sospensione dal lavoro. Restano alcuni nodi da sciogliere, come lo smart working. Vediamo dunque con questa guida le nuove regole sul Green pass. 

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Sommario

Green pass, quando diventa obbligatorio e come si ottiene? 

Il Green pass esteso diventa obbligatorio dal 15 ottobre. La certificazione verde si ottiene a 14 giorni dalla prima dose di vaccino. In alternativa si potrà ottenere con un tampone molecolare (in questo caso il Green pass vale per 72 ore) oppure con un tampone antigenico (il Green pass vale per 48 ore). 

Green pass nel settore pubblico, per chi diventa obbligatorio?

La certificazione verde diventa obbligatoria per tutto il personale della Pubblica amministrazione. Il nuovo decreto in paticolare estende l'obbligo della certificazione per tutti i lavoratori delle Regioni, delle Province, dei Comuni, ma anche delle "Autorità amministrative indipendenti, comprese la Commissione nazionale per la società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, della Banca d'Italia, degli enti pubblici economici e degli organi di rilievo costituzionale". 

Green pass nel settore privato, per chi diventa obbligatorio?

Il decreto estende l'obbligo del Green pass a tutti coloro che svolgono "attività di lavoro dipendente o autonomo nel settore privato". Quindi non c'è differenza tra piccola, media o grande azienda. Tutti dovranno averlo. E nel provvedimento l'obbligo è stato esteso anche ai lavoratori autonomi, le partite Iva, coloro che offrono servizi occasionali e i collaboratori familiari. E quindi ad esempio, il Green pass diventa obbligatorio per idraulici, elettricisti, badanti, colf e baby sitter. Ma la certificazione diventa obbligatoria anche per tutti i dipedenti dei lovali dove fino ad oggi l'obbligo era prevsito per i clienti: e quindi, ristoranti, bar, palestre, piscine, lavoratori dello spettacolo. 

Non ho il Green pass e lavoro nel pubblico. Che cosa rischio? 

Chi si presenta sul posto di lavoro senza il Green pass "è considerato assente ingiustificato e, a decorrere dal quinto giorno di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso fino alla presentazione della predetta certificazione e, comunque non oltre il 31 dicembre 2021, e in ogni caso, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro". I lavoratori senza pass, fin dal primo giorno, "non hanno diritto alla retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato". Inoltre, chi viene sorpreso senza Green pass sul luogo di lavoro rischia una multa da 600 a 1.500 euro. I lavoratori che non effettuano i controlli rischiano una sanzione da 400 fino a 1.000 euro. 

Non ho il Green pass e lavoro nel privato. Che cosa rischio? 

Nel nuovo decreto si legge al comma 6 dell'art.2 che "i lavoratori nel caso in cui comunichino di non essere in possesso della certificazione verde Covid-19 o qualora risultino privi della predetta certificazione al momento dell'accesso al luogo di lavoro sono sospesi dalla prestazione lavorativa, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro, e, in ogni caso, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Nei periodi di sospensione non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato". Dunque, come per i lavoratori del settore pubblico, lo stipendio viene sospeso subito. E anche in questo caso il lavoratore che viola l'obbligo rischia una multa da 600 fino a 1.500 euro. E i datori di lavoro che non controlleranno la certificazione dei dipendenti rischiano una multa da 400 fino a 1.000 euro. 

A chi spetta il controllo del Green pass? 

I datori di lavoro sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni e definiscono "entro il 15 ottobre 2021 le modalità operative per l'organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell'accesso ai luoghi di lavoro e individuano con atto formale i soggetti incaricati dell'accertamento e della contestazione delle violazioni degli obblighi". Quindi il controllo del Green pass spetta ai datori di lavoro. 

Non posso vaccinarmi, rischio la multa? 

L'obbligo di Green pass non si applica - si legge nel decreto - solo "ai soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della Salute".

Chi non ha il Green pass può lavorare in smart working? 

Su questa domanda il dibattito è ancora in corso. Per il momento il Green pass per lavorare da remoto non è richiesto. Per quanto riguarda il settore pubblico, il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta in un'intervista al Corsera ha spiegato che "con il Green pass verrà risolto entro il 15 ottobre anche il tema smart working. Il pubblico impiego tornerà alla presenza come modalità ordinaria di lavoro, ma nel frattempo si stanno finalmente definendo le regole del lavoro agile nei nuovi contratti".