Green pass, cosa cambia per i lavoratori dal 15 ottobre: sanzioni, stipendi, controlli

Il nuovo decreto è stato firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Senza stipendio i dipendenti che non hanno la certificazione verde

Green pass

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Roma, 23 settembre 2021 – Che siano pubblici o privati, da venerdì 15 ottobre e fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, i lavoratori sono obbligati a possedere ed esibire il green pass. La novità, già annunciata, è contenuta nel testo del decreto legge firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Ecco cosa cambia.

Green pass
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Per chi scatta l'obbligo Per accedere al luogo di lavoro sono obbligati a possedere la certificazione verde Covid-19, il personale delle amministrazioni pubbliche, delle autorità amministrative indipendenti, comprese la Commissione nazionale per la società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, della Banca d'Italia, nonché degli enti pubblici economici e degli organi di rilievo costituzionale. Obbligo anche per tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di formazione o di volontariato presso le stesse amministrazioni. Necessario il green pass anche per tutti i lavoratori privati - dagli artigiani alle colf ai tassisti - per i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari e tutti i componenti delle commissioni tributarie, che senza passaporto verde non possono accedere agli uffici giudiziari. Sono esclusi invece dall'obbligo avvocati e gli altri difensori, consulenti, periti e gli altri ausiliari del magistrato estranei alle amministrazioni della giustizia, i testimoni e le parti del processo. Le disposizioni non si applicano solo ai soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica.

Nessuna sospensione, ma niente stipendio per chi non si adegua L'assenza dall'ufficio conseguente alla carenza o alla mancata esibizione della certificazione verde Covid-19 da parte dei lavoratori è considerata assenza ingiustificata con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Non sono però dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento. Per le imprese con meno di quindici dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta, e non oltre il termine del 31 dicembre 2021.

Chi controlla Sono i datori di lavoro a dover controllare il possesso del green pass dei propri dipendenti. Le modalità operative per l'organizzazione delle verifiche devono essere definite entro il 15 ottobre, prevedendo, anche a campione, controlli da effettuare al momento dell'accesso ai luoghi di lavoro, individuando formalmente i soggtti incaricati dell'accertamento delle violazioni.

Le sanzioni Chi è incaricato dell'accertamento del green pass trasmette al prefetto gli atti relativi alla violazione. Sarà poi il prefetto a elevare la multa, che può andare da 600 a 1.500 euro.