Grano alle stelle, il pane ’sciocco’ ora è salato

Allarme di Cna: materia prima mai così cara negli ultimi nove anni. I negozianti: "Ci accolleremo le spese per non farle gravare sui clienti"

Le quotazioni del grano sono salite con un balzo del 5,7% in un solo giorno

Le quotazioni del grano sono salite con un balzo del 5,7% in un solo giorno

 

 

Firenze, 2 marzo 2022 - Non solo petrolio, sotto la spinta dell’attacco all’Ucraina aumentano anche i prezzi di pane e pasta. Le quotazioni del grano sono balzate del 5,7% in un solo giorno (24 febbraio) raggiungendo il valore massimo da 9 anni. La guerra, infatti, sta portando con sé ricadute pesanti anche per la tavola e le tasche dei fiorentini.

Ad accendere i riflettori Cna Firenze. "In un solo giorno, il 24 febbraio, subito dopo l’invasione dell’Ucraina, le quotazioni del grano sono cresciute del 5,7%, raggiungendo i 9.34 dollari a bushel. Solo nei tre giorni successivi il costo della farina di grano tenero è aumentato del 10%. Una crescita che, andandosi a sommare agli incrementi di materie prime già registrati a partire dalla fine del 2021 e all’impennata dei costi energetici, sta rendendo antieconomica la produzione" spiega Andrea Panchetti, presidente dei dolciari e panificatori di Cna Firenze Metropolitana. Nei rapporti commerciali con l’Ucraina, spiega un’analisi di Cna Firenze, il settore agroalimentare risulta quello più colpito essendo il secondo fornitore del paese dopo la Polonia. Sul lato delle importazioni, il nostro paese acquista soprattutto olii grezzi di girasole, frumento tenero e il mais per il quale Kiev è il nostro secondo fornitore assicurando una quota superiore al 20% del nostro fabbisogno. "Dovremmo rialzare i prezzi, ma portare a due euro un filetto da mezzo chilo che ora, dopo la prima ondata di rincari, costa 1,80 euro quando a giugno ne costava 1,50, è improponibile. Ancora più complicata la situazione per i fornitori della Gdo: per molti di loro si prospetta la sospensione dell’attività, non solo per mancanza di marginalità, ma anche per difficoltà nella copertura dei costi d’impresa: personale, materie prime, energia, solo per citare alcune voci" prosegue Panchetti.

Secondo Cai (Consorzi Agrari d’Italia), in apertura, lunedì mattina, il Matif di Parigi, la Borsa merci di riferimento internazionale insieme a Chicago, ha segnato 20 euro in più a tonnellata per il grano tenero (+7%). Rispetto alla chiusura di lunedì scorso, il grano tenero è passato a 310 euro a tonnellata (+13%). E il prezzo dei prodotti agricoli strettamente dipendenti dalle importazioni da Russia e Ucraina, come appunto il grano tenero, è destinato a salire ulteriormente. "Il problema non è solo l’aumento del costo del grano ma anche la difficoltà di reperimento. Io uso solo prodotti italiani ma non è sufficiente per tutti" si sfoga Daniele Petruzzi, titolare del panificio La Spiga.

«Il mercato ne ha risentito – prosegue -. Da settembre ci troviamo davanti a un +30% e in questa settimana ci aspettiamo un ulteriore rincaro del 10%". Il balzo dei prezzi sui mercati mondiali delle materie prime alimentari si registra nelle quotazioni di pane e pasta quindi. Quest’ultima - fanno notare da Assoutenti - che già a gennaio ha subito un rincaro del 12,5%, potrebbe arrivare a costare il 30% in più rispetto allo scorso anno. Paolo Rossetti, titolare di S’Impasta all’interno del Quartiere San Donato, conclude: "Il nostro fornitore ci ha detto che il prossimo ordine partirà da un rincaro di almeno il 20%. Questo si aggiunge all’aumento del costo dell’energia e alla crisi dovuta al covid. Aumenti che cercheremo di accollarci noi per evitare di colpire i nostri clienti. Ma la situazione è sempre più difficile".