Gkn, la rabbia è scesa in piazza. E Firenze chiede aiuto a Draghi

Quattromila lavoratori in Santa Croce per protestare contro i 422 licenziamenti. Nardella chiama Roma

Firenze, Santa Croce. Manifestazione per i lavoratori di GKN

Firenze, Santa Croce. Manifestazione per i lavoratori di GKN

Firenze, 20  luglio 2021 - Appello a Roma, Nardella chiama Draghi. Nella giornata di sciopero generale, il primo grande evento post-Covid, mentre i lavoratori della Gkn riempiono piazza Santa Croce (erano quattromila) al grido «insorgiamo», la politica lancia un’ulteriore segnale. «Mi auguro possa intervenire, a livello di massima autorevolezza, il presidente del Consiglio Mario Draghi, perché se questa vicenda della Gkn passa indolore con i licenziamenti confermati si può creare un pericolosissimo precedente sui comportamenti dei fondi finanziari che hanno il controllo di importanti gruppi industriali» dichiara Dario Nardella, sindaco di Firenze.

E sottolinea: «Quello della Gkn è un caso nazionale». La risposta del mondo politico alle agghiaccianti mail con cui la proprietà - Melrose, il fondo speculativo inglese che ha preso il controllo di Gkn nel 2018 - annunciava la volontà di chiudere la fabbrica di Campi Bisenzio e mandare tutti a casa (422 dipendenti, oltre 500 se si considera anche i lavoratori dell’indotto e delle ditte in appalto che lavorano all’interno dello stabilimento) era stata immediata con la convocazione di un tavolo lampo al quale ha partecipato la viceministra Alessandra Todde, subito durissima contro l’azienda. Ora, quindi, si aspetta una mossa del governo, a partire da una nuova convocazione della proprietà che si è resa disponibile a presentarsi, da oggi, in «un luogo istituzionale» e in presenza.

All’incontro, però, lavoratori, sindacati e istituzioni pretendono la presenza dei «capi» del fondo schiacciasassi che opera al motto «buy, improve, sell» (compra, migliora e vendi) e che «il giorno dei licenziamenti in blocco ha guadagnato il 5% in Borsa» ricorda Paola Galgani, segretaria generale Cgil Firenze. Ma nell’attesa si pensa già al corteo nazionale del 24 luglio a Campi Bisenzio, davanti alla fabbrica che sta diventando il simbolo di «un’altra economia è possibile» come sostiene il sindaco di Campi, Emiliano Fossi. Se i dettagli della grande manifestazione sono ancora tutti in divenire, una cosa è certa: il presidio permanente va avanti a oltranza, «con turni serrati e gruppi di lavoratori a pattugliare il perimetro aziendale per scongiurare nuovi eventuali tentativi di ‘sabotaggio’ da parte dei bodyguard della vigilanza» ribadiscono gli operai che difendono la fabbrica «perché questa è casa nostra». E perché «all’interno c’è una qualità delle produzioni che vogliamo preservare». Al momento i lavoratori licenziati sono concentrati sulla lotta e mettono in stand-by le offerte che varie aziende del territorio stanno avanzando per riassorbire parte del personale Gkn.