Gkn, oggi il tavolo ministeriale. Ma a Brunico l’azienda assume

I 422 licenziamenti di Campi stridono contro un’altra realtà fatta di investimenti lontano dalla Toscana

Tiene banco il dramma Gkn

Tiene banco il dramma Gkn

Firenze, 15 luglio 2021 - Giù le carte, oggi si capisce dove va a finire il caso Gkn. Se diventa vertenza col ritiro dei licenziamenti, eutanasia del lavoro con il sostegno degli ammortizzatori sociali o caso nazionale di far west imprenditoriale. Alle 14 si riunisce il tavolo ministeriale a Palazzo Medici Riccardi a Firenze. Presenti la viceministra del Mise Alessandra Todde, i rappresentanti istituzionali della Regione e della città metropolitana, le rappresentanze sindacali, la dirigenza Gkn Italia. Al momento regna il pessimismo. O meglio il realismo è lo scenario più adeguato per non cullare illusioni che potrebbero incidere ancora sulle ferite sanguinanti del licenziamento collettivo. Realismo vuol dire che se si riesce a parlare di ammortizzatori sociali e si porta a casa un piano di aiuti a partire dalla cassa integrazione (domani ci sarà un confronto tra Gkn e Rappresentanza sindacale unitaria) sarà un risultato da tenersi stretto. Non è facile dialogare con Gkn: lo dicono gli ultimi tre anni di trattative istituzionali al tavolo regionale tra mandato Rossi e mandato Giani. Vuoi per intercettare la strategia della multinazionale, vuoi per il mercato dell’auto in continua trasformazione, vuoi per la pandemia. Ma mentre a Campi Bisenzio si licenzia in tronco, a Brunico si assume. E la firma sotto le lettere di assunzione è la stessa di quelle dei 422 licenziati: Gkn. A Brunico e a Monguelfo la multinazionale investe: moderni stabilimenti, legame col territorio, posti di lavoro. Si cercano professionisti anche in questi giorni (ingegneri) e alla Regione Toscana risulta che tra il 2020 e il 2021 sono state assunte oltre cento figure professionali nei diversi profili, dalle linee produttive alla progettazione. Lo stabilimento di Brunico è diventato il centro di innovazione per i motori elettrici mentre a Monguelfo è stato realizzato l’impianto più moderno al mondo per la produzione di doppi giunti cardanici, è stato detto al momento dell’inaugurazione. Insomma in Val Pusteria si applaude la Gkn, a Campi Bisenzio si piange e ci si ribella. La crisi nei rapporti sindacali e istituzionali parte da lontano così come da tempo la proprietà ha guardato altrove. "È da tre anni che il tavolo regionale è aperto sulla Gkn" sottolineano dal Ministero dello Sviluppo economico. Come a dire che la vicenda è conosciuta nella sua estrema difficoltà tanto che non si è trovato uno straccio di intesa in questi ultimi anni. Nella scorsa legislatura regionale la trattativa di arenò sul piano industriale. La Regione e i sindacati chiedevano certezze per i lavoratori di Campi. Fu ipotizzato di spostare una linea produtiva da Brunico. Sarebbe stata manna dal cielo. Non se ne fece niente. Intanto il mercato dell’auto è in trasformazione: elettrico e ibrido danno l’assalto a benzina e diesel. Nuova giunta regionale, nuovo giro di incontri. L’Rsu allerta: la Gkn chiude Birmingham. E’ l’inizio della fine. Viene convocata l’azienda. Arrivano segnali contradditori: non siamo in crisi, dice Gkn, ma aprono su ammortizzatori. Nello stabilimento di Campi arrivano nuovi macchinari, ancora nel cellophane. Investimenti fatti godendo degli sgravi fiscali statali. La Regione propone: non usiamo la cassa integrazione, ma le risorse per la formazione, scelta di prospettiva. Gkn rilancia: "Non c’è bisogno di niente". Poi il silenzio. E arriva la bomba dei 422 licenziamenti. Il 20 luglio era in calendario una riunione per condividere un protocollo d’intesa basato sul piano industriale.