Licenziati, Gkn non torna indietro: "Sì alla Cassa. Dodici mesi per la chiusura"

La strategia dell’azienda non cambia di una virgola. "Siamo stati schietti, non abbiamo creato false illusioni"

Proteste dei lavoratori della Gkn

Proteste dei lavoratori della Gkn

Firenze, 5 settembre 2021 - "La schiettezza è stata interpretata come durezza", come comportamento "senza scrupoli, ma non è così". "L’azienda ha detto le cose come stavano dall’inizio di luglio per non coltivare illusioni". È lo spirito che riecheggia dal vertice di Gkn driveline Firenze all’indomani delle nuove prese di posizione politiche e l’ulteriore spinta alla mobilitazione che arriva a sostegno dei 422 lavoratori dello stabilimento di Campi Bisenzio licenziati dal 9 luglio scorso. 

L’attesa adesso è per il 9 settembre quando il giudice del lavoro di Firenze si dovrà esprimere sul ricorso dei rappresentanti dei lavoratori per comportamento antisindacale dell’azienda. Nel frattempo arrivano nuovi appelli al premier come quello del sindaco di Firenze Dario Nardella: "La vicenda Gkn è particolare e unica nel suo genere, per questo è necessario un intervento di Draghi, perché non si inneschi una escalation di chiusure di fabbriche ingiustificate". La Gkn aspetta con "serenità" l’esito del tribunale convinta di aver seguito tutte le procedure mentre osserva lo scenario politico ipotizzando che difficilmente ci sarà un intervento diretto del presidente del Consiglio su una vertenza, seppur estremamente importante e dall’alto significato simbolico per la ripartenza industriale del Paese. 

La Gkn ribadisce la disponibilità a richiedere la cassa integrazione, 12 mesi, per cessazione di attività (finora gli stipendi sono stati pagati, l’ultima busta paga è del 10 agosto). Opzione non praticata perché azienda e sindacati, principali attori della vicenda con il ministero del Lavoro e il Mise, non si sono messi a sedere al tavolo. La pregiudiziale per i sindacati è che la Gkn ritiri i licenziementi, ma questa possibilità non è conteplata dai vertici aziendali ritenendo lo stabilimento di Campi Bisenzio non più strategico. La visione realistica purtroppo è questa. La Gkn sarebbe intenzionata ad attivare anche un advisor per contribuire a tracciare un futuro possibile dello stabilimento. 

Per quanto riguarda la Regione Toscana sta cercando di svolgere il ruolo istituzionale a supporto del territorio e dei lavoratori, ma con possibilità di incidere limitata se non per la capacità politica di coinvolgimento dalla Toscana a Roma. Certo è, come ha ricordato più volte il consigliere delegato alle crisi aziendali della giunta Giani, Valerio Fabiani, che Gkn ha oscillato nel 2020 e nel 2021 tra l’ammettere che esistevano problemi a portare avanti la produzione a Campi e il negare stati di crisi. La Regione Toscana proprio a metà 2021 aveva appuntamento con Gkn per discutere insieme del piano industriale, scenario mai attuato. Poi le lettere di licenziamento.