Gkn, la lunga giornata di Roma. Dal Parlamento al Mise, ecco cosa è successo

Spiragli positivi dal tavolo istituzionale ma le Rsu non sono soddisfatte e concentrano la lotta su altri campi

Gkn, il tavolo al Ministero dello sviluppo Economico

Gkn, il tavolo al Ministero dello sviluppo Economico

Firenze, 7 ottobre 2021 - La Gkn non riaprirà la procedura di licenziamento collettivo e i lavoratori, intanto, presentano la loro legge anti delocalizzazione. Dalla trasferta romana di oggi, i lavoratori della Gkn di Campi tornano con uno spiraglio positivo per il futuro dello stabilimento e occupazionale: al tavolo istituzionale convocato al Mise (lunghissimo, è iniziato alle 15 e terminato poco prima delle 20), l'azienda "si è resa disponibile al confronto", commenta a caldo la viceministra del Mise, Alessandra Todde. E spiega: "Verrà fatto un verbale. La procedura di licenziamento non è all'ordine del giorno. Un percorso di confronto non può avere il peso della procedura di liquidazione e l'azienda ha dichiarato che il tema non è ostativo per loro". Dunque, l'azienda pare disponibile a ritirare la procedura di messa in liquidazione, in favore invece della nomina di un advisor, scelta che il ministero propone di demandare a Invitalia.

La Fiom-Cgil è cauta. "Dopo una lunga discussione abbiamo ottenuto che il Mise si è fatto garante per l’azienda della non riapertura della procedura di licenziamento e dell’avvio di un confronto. Verificheremo nelle prossime settimane se alle parole spese dall’azienda seguiranno i fatti" commentano Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze e Prato e Silvia Spera, Area Politiche Industriali per la Cgil nazionale. La Uilm, tramite il coordinatore della Toscana Vincenzo Renda e il segretario Uilm Firenze-Arezzo Davide Materazzi, sottolinea che "il Mise si farà garante di un percorso d'incontri in sede istituzionale, in cui l'azienda si impegna a favorire la continuità produttiva e occupazionale del sito di Campi pur ribadendo la sua volontà di andarsene".

Per il governatore della Toscana, Eugenio Giani, l'esito del tavolo "è un successo del fronte compatto che si è creato in questi mesi tra istituzioni e parti sociali e che, grazie alla regia del Mise, esce dalla logica del muro contro muro e pone le basi per una concertazione". Il sindaco di Campi, Emiliano Fossi, ricorda che "questo spiraglio lo si deve alla lotta congiunta che abbiamo condotto" e se davvero ora l'azienda è disponibile a trovare una soluzione che garantisca la continuità del sito produttivo e occupazionale, "il governo ha il tempo di decretare contro le delocalizzazioni".

Per niente soddisfatti i delegati Rsu che non si fidano dell'azienda: "Siamo alle promesse. Anche oggi hanno tenuto una posizione fumosa". E preferiscono concentrare la lotta su altri campi. Il primo è il disegno di legge anti delocalizzazioni che nella mattinata hanno presentato ai due rami del Parlamento. Si tratta del testo scritto dagli stessi lavoratori insieme a un gruppo di giuristi solidali. Il testo è stato sottoscritto da una trentina di parlamentari, tra i primi firmatari la deputata Yana Ehm (Gruppo Misto) e il senatore Matteo Mantero di Potere al Popolo che commenta: "questo ddl fa scuola perché mostra l'inadeguatezza dell'attuale legislazione in materia di delocalizzazioni, e mostra anche quanto la politica sia stata finora supina agli industriali". Firma il documento anche Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, perché "servono norme chiare e regole precise per impedire che prosegua il saccheggio sociale del nostro Paese".

L'altro terreno di lotta dei lavoratori è la piazza. Anche dopo lo spiraglio arrivato dal tavolo istituzionale, i lavoratori sono ancora più determinati a rilanciare la mobilitazione e chiedono ancora una volta lo sciopero generale. "Se il sindacato non lo indice, siamo pronti a organizzarci da soli"  tuonano i delegati Rsu.