I ragazzi e il futuro a sinistra. "Meglio l’Anpi che i partiti"

Prima puntata sulle nuove generazioni e l’impegno sociale e politico

Anastasio, vincitore di X Factor 2018 (Ansa)

Anastasio, vincitore di X Factor 2018 (Ansa)

Firenze, 16 dicembre 2018 - Non è una fase  semplice per la sinistra. Eppure le ultime elezioni, oltre a sancire il boom di Lega e Cinque stelle, hanno anche contribuito a convincere chi la pensava diversamente a schierarsi sul fronte opposto. Lo hanno fatto, un po’ a sorpresa, anche tanti giovani toscani. Uno dei sintomi di questa volontà di manifestare pubblicamente l’adesione ai valori dell’antifascismo e della sinistra è l’aumento delle tessere dell’Anpi, l’Associazione nazionale dei partigiani d’Italia. Un nome che potrebbe far pensare a un inevitabile calo di iscritti, visto che, per motivi anagrafici, i partigiani sono sempre meno. E invece no. 

«È dal 2006, anno in cui ci siamo aperti a tutti gli antifascisti, che continuiamo a crescere – commenta Vania Bagni, coordinatrice toscana dell’Anpi - ma nel 2018 c’è stato uno scatto in più. Solo in provincia di Firenze siamo passati dai 4000 del 2017 a quasi 4400. Le nostre iniziative sono più partecipate, soprattutto quelle che guardano l’attualità, le radici democratiche e la lotta al razzismo. Gli ottimi rapporti con le realtà studentesche stanno poi cambiando la ‘geografia’ dell’Anpi, con un continuo abbassamento dell’età media degli iscritti: quelli nuovi sono in gran parte giovani. E mentre in passato alcune sezioni periferiche stavano soffrendo, oggi nessuna chiude, anzi ne risorgono alcune come a Dicomano e San Godenzo (Firenze)». 

Estendendo lo sguardo a tutta la Toscana, l’associazione stima di chiudere il 2018 con 10.300 tesserati, un 8-10% in più del 2017. Ma perché un giovane si iscrive all’Anpi? Ce lo spiega Gabriele Minelli, 20 anni, di Firenze. «All’inizio era una tradizionale di famiglia – dice – tanto che da bambino avevo la tessera di ‘Amico dell’Anpi’. Appena possibile ho fatto l’iscrizione vera e propria e oggi faccio parte anche della Rete degli studenti medi che collabora con Anpi. Oggi l’interesse dei ragazzi per è molto forte. Per chi è sensibile a certi valori la tessera dell’Anpi è vista un po’ come un anticorpo».    Fanno un po’ più fatica i tradizionali movimenti studenteschi di sinistra alle scuole superiori. «In questo momento la linea politica prevalente a livello nazionale è un’altra – spiega Lorenzo Tinagli, 21 anni, di Prato, coordinatore nazionale della Federazione degli studenti – e quindi non è un momento semplice per la sinistra, neppure nelle scuole. In Toscana siamo comunque molto radicati e, nell’ultimo autunno, siamo riusciti a coinvolgere i ragazzi in tante iniziative, contro le proposte del governo, ma anche per l’edilizia scolastica, il diritto allo studio e l’integrazione. Ogni anno organizziamo poi il viaggio della memoria ed è un momento per riflettere sui nostri valori».    «Nelle università i valori della sinistra reggono, soprattutto a Firenze, dove siamo molto forti – racconta Gabriele Romei, coordinatore del Csx Firenze, una delle realtà della sinistra universitaria cittadina, insieme ai Collettivi e Udu –. Siamo ottimisti per il 2019, quando avremo le prossime elezioni». Bernard Dika 20 anni, di Pistoia, è stato presidente dal 2015 al 2017 del Parlamento toscano degli studenti, membro della direzione nazionale Pd e «Alfiere della Repubblica», una sorta di ambasciatore delle istituzioni fra i ragazzi. «Purtroppo i genitori dei giovani della mia generazione – spiega – hanno vissuto Tangentopoli e hanno trasmesso ai figli il disprezzo per la politica. Ma starne fuori non migliora le cose, anzi le peggiora. Il mio impegno è dire ai ragazzi che devono impegnarsi in prima persona. Non è facile, certo, ma dobbiamo far passare questo messaggio».