Shoah, il senso dell’arte per capire la Storia

Al Museo del Novecento oggi due iniziative a ingresso gratuito per tutta la giornata. Il film «Manni» e l’installazione Pitchipoi

L'assessore Tommaso Sacchi, Giorgio Van Straten e Sergio Risaliti

L'assessore Tommaso Sacchi, Giorgio Van Straten e Sergio Risaliti

Firenze, 26 gennaio 2021 - «Mai abbassare la guardia contro mali assoluti come nazismo, fascismo, xenofobia e antisemitismo e per farlo dobbiamo utilizzare tutti i mezzi possibili, anche quello dell’arte. Grazie al museo Novecento per tenere ogni anno viva la memoria e per accogliere i visitatori con proposte che raccontano la tragedia della Shoah attraverso le immagini. E’ un modo per continuare a riflettere, per stimolare la conoscenza e parlare alle nuove generazioni di temi che non vanno dimenticati". Così l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi durante la presentazione del Giorno della Memoria – per il terzo anno –al Museo Novecento diretto da Sergio Risaliti. Oggi, 27 gennaio, giornata di celebrazione e riflessione con doppio appuntamento: sotto il loggiato, all’esterno del museo, a fianco della targa che ricorda l’uso che venne fatto delle Leopoldine come luogo di reclusione per prigionieri politici ed ebrei, è stata installata la scritta al led, Pitchipoi, opera del collettivo Claire Fontaine. Nella sala cinema del museo sarà proiettato per l’intera giornata, il film "Manni" di Riccardo Iacopino, prodotto dal Museo Novecento e realizzato da un racconto di Giorgio van Straten. Manni cioè uno dei tanti bambini di cui l’Olocausto ha fatto perdere le tracce. Nel film lo scrittore legge la storia romanzata del piccolo, scomparso negli anni terribili delle deportazioni, senza lasciare tracce dietro di sé, salvo un suo piccolo ritratto e una foto. "Ci sono delle storie che divengono ossessioni – dice van Straten, spiegando come è nato il racconto – . Storie che ti seguono per anni e non riesci a dimenticarle. Una vita fra le tante distrutte dalla Shoa, un’ingiustizia che va moltiplicata per milioni di volte". E niente come un luogo d’arte rappresenta la cognizione di quanto le parole vadano usate con cautela, scelte con attenzione, rispettate per il loro significato. Sennò lo perdono il significato: e Memoria ha il suo, universale. Una giornata al Museo che oggi sarà straordinariamente aperto a ingresso gratuito (orario 11-19). "Pitchipoi" è l’altra tappa di questo percorso espositivo a cura di Paola Ugolini, e resterà al loggiato fino a marzo. "Il 27 gennaio di 76 anni fa – racconta Ugolini – le truppe sovietiche arrivarono per prime ad Auschwitz, scoprendo il campo di concentramento e rivelando per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazifascista. Pitchipoi era il nome di una località immaginaria in cui gli ebrei, in attesa nel campo di transito di Drancy, in Francia, credevano di dover andare ed è oggi la scritta al neon installata fuori dal museo, vicino alle lapidi che ricordano la deportazione degli ebrei e dei prigionieri politici fiorentini durante la Seconda Guerra Mondiale". Memoria: un gesto d’amore verso gli altri e verso noi stessi.