Gkn, lo scoglio della legge contro le delocalizzazioni

Gli operai di Campi: "Il tempo delle parole è finito, approvate l’emendamento" Botta e risposta tra il presidente di Confindustra Bonomi e la viceministra Todde

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Firenze, 14 dicembre 2021 - «Il tempo delle parole è finito, approvate l’emendamento". Un coro unanime si alza dalla Gkn di Campi in tema di legge anti delocalizzazioni, tema che anima anche la politica nazionale con uno scambio di vedute tra il numero uno di Confindustria Carlo Bonomi e la viceministra del Mise, Alessandra Todde. Gli operai dello stabilimento di viale Fratelli Cervi spingono per l’approvazione del testo di legge da loro redatto, con l’aiuto dei giuristi solidali, già depositato in Parlamento. "Speedline e Caterpillar sono solo gli ultimi casi di una lunga catena di delocalizzazioni. Noi l’avevano detto sin dall’inizio, ben cinque mesi fa: non siamo un caso specifico, siamo gli ultimi di una lunga serie e i primi di una ulteriore catena di chiusure, licenziamenti, delocalizzazioni", dice il Collettivo di Fabbrica ricordando che i capisaldi della loro proposta di legge sono diventati adesso un emendamento alla legge di bilancio, già dichiarato ammissibile e, quindi, in procinto di essere discusso. «In assenza di norme vincolanti, la libertà di impresa è diventata sempre più sinonimo di comportamento predatorio, con i diritti del lavoro e i territori considerati asset da spremere e gettare a seconda delle convenienze" sostiene Roberto Spera, delegato Rsu di Gkn. Secondo gli operai in ballo non ci sono solo migliaia di posti di lavoro ma la capacità di un paese di dotarsi di una politica industriale e di un futuro. «Il voto sull’emendamento alla legge di bilancio farà finalmente chiarezza su chi ha deciso di speculare ipocritamente sulla pelle di migliaia di lavoratori o su chi sinceramente ha scelto di cambiare le regole del gioco", rincara Matteo Moretti, delegato Rsu di Gkn. Per motivi diversi (rispetto a quelli degli operai) anche Confindustria critica il decreto Todde-Orlando in tema di delocalizzazioni. "E’ un decreto fortemente e ideologicamente anti-impresa. Si continua a guardare il dito e non la luna", tuona Bonomi aggiungendo che si tratta di "un’altra battaglia identitaria: se fosse vero come dichiarato dalla viceministra Todde, che si vuole perseguire un obiettivo comune, come dice da agosto, allora apra un confronto con noi. Ma io da agosto la viceministra Todde l’ho sentita fare tante dichiarazioni, ma non ho mai sentito un invito a venire a un tavolo a parlare. L’obiettivo del decreto è una battaglia di bandierina". La replica dell’esponente 5Stelle arriva a stretto giro di posta: "Ringrazio il presidente Bonomi per l’invito al confronto che mai come in questo momento é necessario e a cui non mi sono mai sottratta", dice Todde spiegando che "serve però un percorso ordinato che offra alternative alla chiusura o alla delocalizzazione". Tornando al testo di legge da lei redatto insieme al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, la viceministra puntualizza che "non è una norma che vuole incatenare le imprese in alcun modo" ed è utile per "ottenere tempo e stabilire un percorso per cercare soluzioni diverse, lasciando il diritto delle aziende di scegliere quale strada prendere". Todde, però, ricorda anche che quando "una multinazionale decide di chiudere, tutte le piccole e medie imprese di quel territorio, che sono più fragili, rischiano di andare in crisi. E le Pmi costituiscono parte dell’ossatura di Confindustria".