Un lampo di calcio e la Fiorentina rinasce

Il break di Quarta, il passaggio di Callejon, il movimento da centravanti di Vlahovic: finalmente qualità. Ci si accontenta di poco? Per ora sì...

Vlahovic esulta dopo il gol (foto Germogli)

Vlahovic esulta dopo il gol (foto Germogli)

Qualche secondo di calcio vero e gli occhi luccicano, bentornata qualità, era da tanto che mancavi in un’azione costruita da lontano e allora meriti un inchino. Perché è stato tutto davvero bello: anticipo e break di Quarta, ripartenza veloce di Callejon come se ancora giocasse nel Napoli, diagonale teso per strappare la linea delle marcature, finta di Vlahovic verso il primo palo e taglio sul secondo per sparare in porta la palla recapitata al millimetro da José. Un gran gol tutto in apnea. Ma prima ancora – non è capitato spesso – una bella azione impostata, costruita e sostenuta. Un’idea da squadra vera, altra merce rara in questa stagione fragile e piena di domande senza risposta, amarezza e musi lunghi, silenzi in campo e sfoghi presidenziali. Restare unita, diventare qualcosa di accettabile in campo superando anche i limiti di un gruppo che non è riuscito a trovare il linguaggio giusto per parlarsi: questa è la vera scommessa della Fiorentina, almeno di quella intesa come squadra. Nel caso di Prandelli, che ieri ha cambiato ancora modulo, i tentativi di trovare risposte diverse si sono moltiplicati. E senza Ribery ha puntato su Callejon, al quale non sono state risparmiate le critiche nel primo tempo (troppo largo a destra, troppo fuori dal gioco, troppo invisibile) ma la risposta è stata decisiva al momento del gol, una rete pesantissima per la Fiorentina. Ancora una volta in vetrina Dragowski, che sembra aver affinato una qualità decisiva per i portieri: quando serve davvero, lui c’è. Sul rigore calciato da Joao Pedro e soprattutto sul sinistro di Marin, deviato mentre il portiere viola era proiettato dalla parte opposta, è recuperato aprendo il piede. Per l’incrocio dei risultati si è aperta anche un poco la classifica viola e questa è la notizia migliore, dopo tanti post partita magri. Intanto il mercato si avvia verso l’esplorazione più concreta delle occasioni, perché di questo si tratterà, occasioni, come si possono sennò chiamare gli affari di gennaio? La prima missione a Firenze è quella di scremare una rosa in cui il club degli scontenti ha preso campo, la seconda è quella di non sbagliare colpi che – mai come questa volta – dovranno essere funzionali. La terza missione (che per difficoltà potrebbe essere anche la prima) è riuscire ad attrarre giocatori di valore medio alto, perché di loro ha bisogno la Fiorentina. Non solo per migliorare il proprio gioco, ma anche per inviare un messaggio di solidità all’esterno. Firenze deve essere una scelta, non un ripiego, né un rifugio di sponda per gli scontenti. Su quest’ultimo concetto si è espresso chiaramente anche Prandelli, la salvezza è un obiettivo da raggiungere tutti insieme, un po’ come si è visto ieri nell’azione del gol.