Emergenza inquinamento nel Tirreno, Capraia per ora è salva. «Ma è pieno allarme»

Lo scirocco tiene il ‘fuel’ lontano dall’isola dopo la collisione di due navi al largo della Corsica

Marilda Bessi, nei sindaco di Capraia

Marilda Bessi, nei sindaco di Capraia

Capraia (Livorno), 10 ottobre 2018 - «Per il momento non ci sono segnali di pericolo, e lo scirocco dovrebbe garantirci che le macchie di carburante si allontanano da Capo Corso e dalla nostra isola, ma siamo comunque in pieno allarme, in continuo contatto con Guardia costiera, Regione Toscana, Castalia e Lamma».

Marida Bessi, da pochi mesi sindaco di Capraia isola, conferma che l’incredibile sinistro marittimo di Capo Corso è attentamente monitorato anche in ambito parco dell’arcipelago toscano. Capraia tra l’altro ha otto vasche di allevamento ittico in mare aperto che potrebbero essere drammaticamente colpite con una strage di orate e di spigole se gli idrocarburi arrivassero loro addosso.

«Ho parlato a più riprese con il presidente Sammiri – riferisce – ed abbiamo deciso insieme di chiedere al ministero dell’Ambiente un controllo accurato dell’inquinamento, Le assicurazioni fornite da Roma vanno in questa direzione. E da Livorno è presente h/24 una motovedetta che fa pendolamento sulla zona Nord dell’isola, oltre ai sorvoli degli elicotteri e degli aerei della Guardia Costiera. Se dovesse cambiare vento non ci prenderebbe di sorpresa».

Il sindaco prende l’occasione per ricordare che il problema inquinamento non è sconosciuto alla Capraia. «Più che dalle navi, abbiamo d’estate fenomeni sia pur superficiali di schiume dovuti alle grandi imbarcazioni da diporto. Per noi, che ormai viviamo in buona parte di turismo, è importante un controllo accurato. Com’è importante la campagna in atto in Italia da parte del Wwf e di Marevivo contro le microplastiche: invisibili ma altamente inquinanti».

Anche il comandante dell’ufficio marittimo locale della Guardia Costiera, maresciallo Antonio Pannone, conferma che per il momento non ci sono segni di inquinamento. «Abbiamo anche chiesto notizie ai pescherecci che operano in zona – ci dichiara per telefono – e non hanno alcuna segnalazione in merito».

Con il gommone in dotazione vengono comunque fatte puntate esplorative cicliche verso la punta nord dell’isola. Capraia dista una ventina di miglia abbondanti dal luogo del sinistro e, come riferiscono dal supply vassel della Castalia Nos Taurus (flotta Neri) le macchie di carburante, ormai allungate e frazionate, viaggiano con il vento a circa 2/3 miglia all’ora, allontanandosi in direzione Nord-Est, cioè lontano da Capo Corso e da Capraia.

Solo un forte vento da Nord-Ovest, cioè di maestrale, o peggio da Nord, potrebbe ributtare i residui della macchia non ancora intercettati verso terra. Ciò non toglie che l’attenzione sia alta. Il sindaco Bessi è anche in contatto con Bastia, dove seguono con la stessa attenzione l’evolversi della situazione. Sembra che una volta completata la delicata operazione di separazione delle due navi, la più piccola, la tunisina Ulysse sia destinata proprio a Bastia per l’inchiesta e le eventuali riparazioni sommarie, mentre la portacontainer cipriota verrebbe rimorchiata a La Spezia o a Genova, non essendo disponibile a Livorno un bacino di carenaggio adeguato a una nave lunga circa 300 metri.