Terzo settore da Nobel

L'editoriale del direttore de La Nazione Francesco Carrassi

Francesco Carrassi

Francesco Carrassi

Firenze, 27 gennaio 2019 - Pensate anche solo per un attimo se nel nostro Paese non ci fosse il volontariato e il Terzo Settore, se non ci fossero i volontari, “sentinelle” attive e presidio sempre all’erta nella società civile. Non vogliamo invece neppure pensare all’eventualità che all’improvviso non ci siano più, di non poter più contare su quest’ esercito diffuso, e capillare, nelle nostre comunità, non poter più contare su questa enorme forza presente e attiva in Italia e significativamente nei nostri territori. Lo spunto per parlarne viene dal recente caso, per fortuna anch’esso rientrato dopo il vespaio di polemiche, del Comune di Roma che sembrava non volesse più dare alla Caritas le monetine raccolte a Fontana di Trevi, alla Caritas che è in prima linea nella lotta alle indigenze. Allargando lo sguardo a tutte le comunità sappiamo che i nostri territori, Toscana, Umbria e lo Spezzino, sono fortunatamente la patria delle associazioni del volontariato, quelle stesse che in queste settimane si sono preoccupate per quanto il Governo stava facendo.

E cioè che invece di agevolarle fiscalmente, come ci si sarebbe aspettato nei confronti di chi crede e pratica il valore della sussidiarietà là dove lo Stato non c’è, tagliava le gambe a queste realtà. E’ grave che sia potuto accadere ma anche in questo caso, per fortuna, ripensata meglio la cosa, è arrivato il dietrofront. E’ dovuto intervenire il “mediatore” Presidente del Consiglio Antonio Conte infatti per riconoscere quello che sappiamo bene e cioè quanto sia importante e spesso determinante il ruolo che il mondo del Terzo Settore riveste. E si è impegnato, di conseguenza, ad intervenire per ricalibrare la tassazione Ires modificata, cioè praticamente raddoppiata, anche nei confronti delle cooperative sociali, nell’ultima Legge di Bilancio. Stiamo parlando, limitandoci a questo settore della sussidiarietà, di 350mila imprese e di 5 milioni di addetti e del “recupero”, ma sarebbe più corretto dire prelievo, dalle loro energie, di 120 milioni di euro che sono relativamente pochi per chi li riceverebbe (le casse dello Stato) e assolutamente troppi per chi li dovrebbe dare (il Terzo Settore). In attesa dell’entrata in vigore della riforma proprio del Codice del Terzo settore, il Governo ha promesso che, nelle prossime settimane, ricorrerà per le loro attività a un regime fiscale agevolato, transitorio, modellato sull’esigenza di non penalizzare enti che svolgono attività non profit. Verrà inoltre costituita in tempi brevi la cabina di regia della quale si parla da tempo. Meno male. Perché, ripetere a chi non ne ha la consapevolezza aiuta, il Volontariato e il Terzo Settore sono una grande risorsa che affianca e in molti casi sostituisce lo Stato sociale. Gli andrebbe dato insomma il Premio