"Gli eccidi furono commessi dai nazisti. I risarcimenti deve pagarli la Germania"

Le stragi in Toscana e i diritti dei parenti delle vittime. Nel 1944 Quinto Malucchi aveva 7 anni: "Vidi mio padre trucidato dai tedeschi nel Padule di Fucecchio, che c’entra l’Italia?"

La commemorazione dell'eccidio

La commemorazione dell'eccidio

Monsummano Terme, 26 giugno 2022 - «Quei risarcimenti devono essere pagati dalla Germania, non dagli italiani". Quinto Malucchi aveva sette anni quel tragico 23 agosto del 1944 quando le truppe naziste appartenenti alle 26ª divisione corazzata entrarono nel Padule di Fucecchio per cercare bande partigiane, che non c’erano.

Così uccisero 174 persone, donne, bambini, anziani, contadini e sfollati. Fra questi anche il padre di Quinto che nel tentativo di fuggire cadde nella “fossa dei maiali“, lì venne raggiunto dai militari tedeschi e ucciso. Quinto riuscì a nascondersi in una capanna.

"Sarebbe giusto, pagasse la Germania, ma tanto non accadrà". Chiosa Quinto, ormai disilluso. Più decisa Antonella Fattori, membro del gruppo "giustizia per le vittime delle stragi nazifasciste" con sede a Castelmartini di Larciano, dove è stato realizzato il monumento che venne inaugurato dall’allora presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi: "Intanto si tratta di un fondo che tuttavia può essere dato solo a coloro che hanno dei processi già passati in giudicato, come il caso della strage di Roccaraso, ad esempio. Dunque sono pochissimi a poterne far richiesta ad oggi, dopo 80 anni di attesa. Ma non finisce qui, perché comumque si tratta di un fondo di soldi nostri. A pagare i possibili risarcimenti sarebbe l’Italia e non la Germania. Cioè loro ci hanno ammazzato i nostri cari e noi ce li ripaghiamo". Il comitato è deciso ad andare avanti in questa rivendicazione "Per questo – dice ancora Antonella Fattori – abbiamo chiesto con una petizione in Senato di ritirare il decreto e rifarlo".

Il nodo dei risarcimenti per i pochi sopravvissuti e per i familiari delle vittime delle stragi naziste va avanti da diversi anni, per la precisione dal 2008, quando un tribunale stabilì, per l’Eccidio di Civitella Val di Chiana, che la Germania dovesse risarcire con un milione di euro gli eredi di nove persone vittime di quella strage, che fece 203 morti. Lo Stato tedesco si appellò alla Corte dell’Aja che quattro anni dopo sancì l’immunità per la Germania. Però la nostra Corte Costituzionale con la sentenza numero 238 del 2014 consente alle "vittime di crimini di guerra di presentare ricorsi individuali contro gli Stati sovrani". E da allora infatti ci sono state 25 richieste contro lo Stato tedesco. Visto che comunque questi risarcimenti dalla Germania il Governo italiano ha cercato di metterci una pezza istituendo un fondo di 50 milioni, che però riguardava solo le sentenze passate in giudicato. Pochissime, v visto il vergognoso oblio di Stato che ha regnato a lungo. Ora grazie a un emendamento dei senatori toscani Riccardo Nencini (Psi) e Dario Parrini (Pd), al fondo potrà accedere anche chi non ha sentenze passate in giudicato. Ma come si è visto non tutti sono d’accordo con questa impostazione.

«La Germania ha dato due spiccioli ai Comuni per restaurare i monumenti ai Caduti per mano nazista ma alle famiglie, individualmente non ha dato nemmeno una lira. Non può finire così", dice con amarezza Quinto Malucchi. E tanti in Valdinievole la pensano come lui.

Gabriele Galligani

Arianna Fisicaro