Eccezionale ritrovamento al museo della Specola: oltre venti terrecotte del XIV secolo

I vasi sono stati rinvenuti sotto un pavimento durante i lavori al museo, e alcuni orci avevano impresso il marchio di tre gigli fiorentini

Il ritrovamento delle terrecotte

Il ritrovamento delle terrecotte

Firenze, 19 maggio 2020 – Sono stati rinvenuti al di sotto del pavimento di una stanza più di venti tra vasi e orci in terracotta, databili a partire dal XIV secolo, durante i lavori di riqualificazione del museo della Specola in via Romana. L’eccezionale ritrovamento è avvenuto in occasione dei lavori propedeutici al consolidamento delle volte del cortile di Palazzo Bini Torrigiani, patrimonio dell’Università.

Gli oggetti, recuperati tra il piano di calpestio e l’estradosso, ossia la superficie esterna della volta, permettevano secondo una tecnica costruttiva largamente impiegata, l’alleggerimento della struttura. Se ulteriori indagini consentiranno di stabilire provenienza e datazione, il loro posizionamento, probabilmente, è riconducibile agli interventi promossi negli anni settanta del XVIII secolo, quando il granduca Pietro Leopoldo di Lorena finanziò ingenti lavori di ristrutturazione per adibire il palazzo Bini Torrigiani a Gabinetto di Fisica e Storia Naturale. Si tratta di vasi di grosse dimensioni, fra cui una conca per agrumi, e numerosi orci, per lo più “a beccaccia”, che prendono il nome dalla forma del versatoio, simile a quella del becco di un uccello. Alcuni degli orci portano impresso il marchio di tre gigli fiorentini. Gli oggetti provengono da manifatture di Impruneta, famoso e antico distretto per le terracotte del fiorentino, e in particolare su di uno di essi vi è apposto il nome della fornace di provenienza. Sono quasi tutti integri, sebbene taluni riportino cretti e fenditure, presenti forse fin dal momento della produzione oppure causati dall’uso prolungato. Ad una prima valutazione risulterebbero materiali di riuso provenienti forse dalle stesse botteghe della zona di via Romana o dalle cantine del palazzo. Il recupero degli oggetti, alcuni dei quali posizionati in senso verticale e altri in senso orizzontale in punti diversi del solaio, a seconda della curvatura della volta, è stato accuratamente effettuato dalla Ati appaltatrice Romeo Puri Impianti che esegue i lavori per conto dell’Università di Firenze. Soddisfazione è stata espressa da parte del Soprintendente per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato, Andrea Pessina, e del presidente del Sistema museale di ateneo, Marco Benvenuti, durante il sopralluogo congiunto avvenuto nei giorni scorsi.

Maurizio Costanzo