Discoteche, incognita 10 febbraio. L'appello: "Fateci riaprire per San Valentino"

Silb Toscana, il presidente Trolese: “In Toscana il settore sviluppava un fatturato da 500milioni di euro all'anno per un totale di 120 imprese e 3mila addetti, ma molti sono andati via vista l'incertezza”

Discoteca (foto d'archivio)

Discoteca

Firenze, 1 febbraio 2022 – Quello delle discoteche è stato un settore fortemente penalizzato per le chiusure da lockdown. Ora però, potrebbe essere arrivato anche per loro il momento della ripartenza. La speranza è infatti quella di una ripresa delle attività, a cominciare da uno degli appuntamenti clou dell’anno, tra i più attesi, soprattutto dai giovani: la festa degli innamorati a cui mancano oramai pochi giorni. Per i gestori delle discoteche dunque l’obiettivo da centrare è la riapertura per San Valentino.

«Speriamo che siano davvero gli ultimi dieci giorni di interdizione all'attività per le discoteche. Per San Valentino vorremmo poter tornare in pista e riportarci i tantissimi giovani che in questa pandemia hanno perduto luoghi importanti e sicuri di divertimento e socialità. L'impegno del nostro sindacato a far passare questa idea è altissimo. Non sopportiamo più di essere il capro espiatorio dell'emergenza». Così Alessandro Trolese, presidente del Silb toscano, il sindacato dei locali da ballo di Confcommercio. «In questi due anni di emergenza sanitaria siamo rimasti chiusi per legge più di qualsiasi altra impresa, come se i veri focolai del Covid si nascondessero nei nostri locali -aggiunge in una nota -, peccato che non ci siano evidenze scientifiche del fatto. E intanto, mentre i nostri locali sono chiusi, la gente ha continuato a ballare ovunque, anche in luoghi senza le più elementari norme di sicurezza.

“Quando si parla di salute – ha aggiunto il presidente del Silb toscano - non si possono usare due pesi e due misure, o, peggio, far finta che l'abusivismo non esista. Invece la pandemia è stata il trampolino di lancio per tante attività sfuggite ai controlli”. Trolese ricorda che «il nostro settore in Toscana sviluppava un fatturato di almeno 500milioni di euro all'anno per un totale di 120 imprese con 3mila addetti (il 40% stagionali) e 11mila occupati dell'indotto, compresi musicisti, dj, addetti alla sicurezza e ad altri servizi. Adesso siamo fermi senza entrate da troppo tempo, con le uscite che continuano a girare tra utenze, affitti e il resto». «Le finestre di riapertura per noi sono sempre state brevissime, neppure il tempo di rimettersi in pari con gli investimenti fatti - conclude -. Molti dei nostri dipendenti, vista l'incertezza del futuro, si sono riciclati in altri settori. Gli altri stringono la cinghia aspettando che torni la possibilità di lavorare».

Maurizio Costanzo