Sicurezza: scintille nella Toscana del voto

Decreto leghista, attacco al fortino di sinistra: è già campagna elettorale

Migranti (foto repertorio)

Migranti (foto repertorio)

Firenze, 5 gennaio 2019 - Il già più famoso sindaco d’Italia in soccorso dei sindaci in rivolta contro il decreto sicurezza del ministro Salvini. Matteo Renzi dà un assist-gol al suo successore a Palazzo Vecchio, Dario Nardella e soci (a partire da Leoluca Orlando): sul decreto Sicurezza «io la penso come il sindaco Dario Nardella: il decreto Salvini è scritto male, creerà molti problemi e pasticci e forse sarà sanzionato dalla Corte Costituzionale. Ma in attesa della decisione della Consulta, le leggi si rispettano.

Salvini tre anni fa invitava alla disobbedienza civile contro le nostre leggi sui diritti civili, sul canone Rai e su molto altro» ha scritto l’ex segretario Pd nella ultima enews, dettando la linea di aperta e profonda critica ma di rispetto di fronte a una legge dello Stato, fino a nuovi pronunciamenti «proprio perché noi non siamo come Salvini». Nardella anche ieri aveva ribattuto al capo dell’Interno: «Trovo che nella storia della Repubblica mai un ministro dell’Interno abbia definito traditori sindaci che sono eletti direttamente dai loro cittadini e indossano la fascia tricolore. Si può anche non essere d’accordo al 100% con un sindaco, ma definire traditori i sindaci credo che sia un fatto istituzionale grave e anche una mancanza di rispetto verso i cittadini che li hanno eletti». E’ già tempo di campagna elettorale. E come annunciato i temi saranno due, legati anche a doppio filo: sicurezza e immigrazione. Le polemiche di questi giorni lo dimostrano ampiamente. Se ce ne fosse stato bisogno.

La Toscana è schierata come da modello base: centrodestra da una parte e fortino del centrosinistra dall’altra. Con qualche variante critica tra i 5Stelle. Favorevoli al decreto Sicurezza i sindaci civici di Siena Luigi De Mossi, di Arezzo Alessandro Ghinelli e di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna e di centrodestra di Pisa Michele Conti, di Pistoia Alessandro Tomasi e di Massa Francesco Persiani. Per il no della prima ora ci sono appunto Dario Nardella e Matteo Biffoni, sindaco di Prato, ricandidato per la sfida amministrativa e delegato nazionale Anci per l’immigrazione («Si creano cittadini fantasma»). Il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini applicherà la normativa ma è pronto a rivolgersi alla Consulta. Critico con l’impostazione salviniana della questione immigrati Filippo Nogarin, primo cittadino livornese, paladino del Movimento Cinque stelle, della serie ‘non mi piace, ma lo applico’. Idem il collega di Carrara Francesco De Pasquale che vuol approfondire come interpretare la nuova legge.