Greve in Chianti, tre morti nell'esplosione. Un testimone: "Un boato e tutto è crollato"

Fumo e macerie, i vicini sconvolti. Fuga di gas forse al piano di sotto

Esplosione a Greve (foto Germogli)

Esplosione a Greve (foto Germogli)

Greve in Chianti (Firenze), 21 maggio 2021 - Un boato come quello di una bomba, il fumo, poi le fiamme. È la tragica sequenza di ieri alle 8.30 che ha portato alla morte di tre persone e alla distruzione di una palazzina di due piani a Borgo di Dudda, una manciata di case sopra la frazione di Dudda, comune di Greve in Chianti. Vittime della tragedia Giancarlo Bernardini, 64 anni e Fabio Gandi, 59 anni, rispettivamente ex marito e compagno di Giuseppina Napolitano, 59 anni, un tempo residente a Greve dove ancora vivono i parenti tra cui due fratelli che lavorano al cementificio. Un bilancio che poteva essere ancor più tragico se il destino non avesse impedito a Marian Gabriel Lehci a sua moglie e al figlio di 2 anni di essere in casa. Per un ritardo della ditta di traslochi, il trasferimento era stato, infatti, rimandato a domani.

Crollo esplosione

I tre erano arrivati a Borgo di Dudda solo ieri in quella che per Greve sarebbe dovuta essere, come ha sottolineato il sindaco Paolo Sottani subito accorso sul posto, "una giornata di festa per il passaggio del Giro d’Italia e invece si è trasformata in tragedia". Secondo la prima ricostruzione, i tre sarebbero arrivati insieme nella Ford grigia, anche se alcuni testimoni dicono di aver visto arrivare soltanto la coppia di 59enni.

I tre erano andati a Dudda per installare le tende. La coppia aveva acquistato la casa a febbraio e vi non abitava ancora, ma Giuseppina Napolitano e Fabio Gandi avrebbero contato di farlo a breve tanto che l’uomo, in pensione, ad aprile aveva preso la residenza a Greve. Giancarlo Bernardini ieri si era aggregato visto che lui e la ex moglie erano rimasti in ottimi rapporti. Appena salite le scale esterne che portavano all’abitazione e aperta la porta, un attimo dopo c’è stata la deflagrazione.

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Poi la palazzina è venuta giù, implosa su se stessa per richiudersi sopra i corpi dei tre. L’esplosione ha mandato in frantumi i vetri delle abitazioni accanto e ha provocato danni alle altre case. Le cause sono oggetto di indagine da parte dei vigili del fuoco intervenuti con l’elicottero, squadre da Firenze, Arezzo, Figline e Siena, unità con cani molecolari specializzate per il recupero delle persone. Con loro i carabinieri forestali, la Compagnia di Figline, la Croce Rossa, l’Avg di Greve, la protezione civile del Comune, Pegaso. Uno spiegamento di forze che ha portato, purtroppo, al recupero solo di corpi senza vita. Prima quella dell’ex marito, Giancarlo Bernardini, attorno alle 12, poi quella del compagno Fabio Gandi nel primo pomeriggio e infine Giuseppina Napolitano in tarda serata.

Di certo c’è che si è trattato di una fuga di gas Gpl, il borgo non è servito da metano, un fatale destino visto che sembra che la donna avesse paura del gas e l’appartamento non fosse stato ancora allacciato. Poi saranno gli accertamenti a capire i perché della perdita e il perché nessuno sia intervenuto prima dal momento che l’odore si sentiva almeno dal giorno precedente.

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Tra i primi ad arrivare, Angelo Zappulla, artigiano, vicino di casa che aveva aiutato la coppia in piccoli interventi di sistemazione. "Mi hanno salutato, sono entrati e c’è stata l’esplosione. Non sono riuscito a fare niente per salvarli, c’erano fumo e macerie ovunque". E c’è anche la disperazione che nell’esplosione ha visto crollare i suoi sogni. "È venuto giù tutto, non c’è rimasto niente", commenta visibilmente sotto choc Marian Gabriel Lehci. "Adesso vivo a Panzano e sarei dovuto tornare qui sabato, adesso non c’è più niente". Anche il cingalese Assata ha provato a intervenire. "Ero a pulire nel campo, ho sentito un grande botto, poi ho visto il fumo e le fiamme. Quando sono arrivato ho sentito la donna gridare aiuto, poi il silenzio, sono corso a chiudere tutto il gas". Così Cesare Duranti, fiorentino con la seconda casa a Dudda accanto a quella crollata. "Avevo il decespugliatore acceso, ma ho sentito il boato. Sono corso subito, ho guardato cosa fosse accaduto ed è stato uno choc".