Covid Umbria, l'appello della scienziata: 'Cari ragazzi, ecco perché dovete vaccinarvi'

Nella classe 12-19 anni hanno dato l’adesione sono 11mila su 63mila. L’appello della scienziata umbra Mencacci a giovani e genitori

Vaccini ai ragazzi

Vaccini ai ragazzi

Perugia, 11 luglio 2021 - Sono poco più di undicimila i giovani umbri tra 12 e 19 anni che hanno dato la pre-adesione al vaccino. Troppo pochi ancora, neanche uno su cinque, dato che sono in totale circa 63mila in questa fascia di età. Secondo quanto emerge dalla Regione per adesso il 18% degli studenti vaccinabili ha espresso il desiderio di farsi somministrare la dose in vista del rientro a scuola. Coverciano, giornalisti positivi al covid

Inutile dire che un ruolo determinante lo hanno le famiglie e la gran parte dei genitori, diciamolo pure, è piuttosto scettica. E così si rinnovano gli appelli proprio nei confronti degli studenti: dopo quello del commissario straordinario al Covid in Umbria, Massimo D’Angelo, è la volta ora di uno scienziata, la professoressa Antonella Mencacci, direttore dell’Istituto di Microbiologia dell’Università di Perugia: i laboratori che dirige processano ogni giorno migliaia di tamponi e negli ultimi tempi hanno «scovato» anche diversi casi di variante Delta, la più temibile di queste ultime settimane. 

«L’unico mezzo per contrastare il virus è quello di allargare la vaccinazione il più possibile – spiega Mencacci –. E’ vero che abbiamo vaccinato molti anziani, ma dobbiamo continuare su questa strada. Gli scoperti se il virus ricomincia a correre sono quelli che poi finiranno in ospedale». E il rischio di ripresa dei positivi è concreto: «Credo che la strategia adottata in Inghileterra sia buona e a un certo punto non si possa più tracciare tutti quanti, ma solo quelli con sintomi importanti. Così se ci saranno zone ad alto contagio, andrranno create piccole zone rosse». Mencacci spiega che «i vaccinati positivi che riscontriamo, hanno davvero sintomi lievi e questo è un altro motivo per il quale è importante sottoporsi alla copertura. Come quello che – aggiunge – i vaccinati che contraggono il virus sono contagiosi per pochissimi giorni». Quanto ai diecimila sessantenni che in Umbria non si vaccinano, Mencacci spiega «che non sono tutti no-vax. La gran parte va convinta, perché non si può pensare di aspettare che gli altri si vaccinino per raggiungere l’immunità di gregge».

E infine l’appello ai giovani: «Prima di tutto devono vaccinarssi per evitare di ammalarsi in maniera grave. E’ vero che nei giovani i casi di malattia sono rari, ma mi chiedo: perché cari genitori vogliamo far correre questo rischio ai nostri figli? Poi – continua – è importante per fare una vita normale: andare a scuola, fare sport o le atre attività determinanti per lo svulippo psico-fisico e per evitare di infettare il vicino di banco. E se poi in classe c’è un compano immuno depresso? Vogliamo rischiare di fargli prendere il Covid? E infine devono vaccinarsi per contribuire all’immunità di gregge».

Michele Nucci