Sanitari senza vaccino, che rebus. L’ Asl non sa per chi lavorino

Difficile individuare circa tremila professionisti da sospendere. Toscana: 16 medici di famiglia da sostituire

Vaccino anti-Covid

Vaccino anti-Covid

firenze, 13 settembre 2021 -  Sono numeri che ancora ballano quelli dei sanitari che non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale. E che preoccupano le direzioni delle aziende sanitarie ma anche la Regione. Perché per circa la metà dei quasi seimila professionisti residenti in Toscana che non si sono vaccinati – ai quali stanno arrivando gli accertamenti e le sospensioni – le Asl non sono a conoscenza del datore di lavoro. Un problema nient’affatto secondario, visto che spetta proprio al datore di lavoro (oltre che all’ordine professionale d’appartenenza) sospendere i sanitari non vaccinati. Tra i circa 3.500 una gran parte è formata da liberi professionisti: a loro penseranno gli ordini. Ma gli altri? Specialmente gli operatori sociosanitari quasi tutti sono alle dipendenze, a prescindere dalle forme contrattuali. Tra l’altro gli oss non hanno un ordine, quindi stanno continuando a lavorare.  

Da quando sono iniziate le sospensioni molti sanitari stanno facendo retromarcia e si stanno vaccinando. Ma nel numero complessivo dei non vaccinati, al momento – potrebbero aumentare o diminuire – ci sono in Toscana 16 medici di famiglia (di cui 8 nell’Asl Toscana centro), pochi sui 2.750 che offrono la loro assistenza sul territorio regionale, molti per il problema che le aziende sanitarie si trovano a dover affrontare per sostituirli. Trattandosi di liberi professionisti, le Asl devono revocare le convenzioni con il sistema sanitario regionale fino a fine anno. "L’assistenza ai cittadini sarà garantita da un sostituto, da un medico di continuità assistenziale o da medici dipendenti dell’Asl distaccati", spiegano all’assessorato alla sanità della Regione.  

Dove è stato elaborato un piano con i dipartimenti di Prevenzione delle Asl, responsabili dell’invio degli atti di accertamento, per recuperare le informazioni sui datori di lavoro che la Regione non ha mai comunicato alle aziende sanitarie perché nelle liste dei professionisti erano stati omessi o sbagliati. "A tutti sarà inviata una lettera che obbliga chi ha un datore di lavoro a comunicarlo all’indirizzo di posta elettronica del dipartimento di prevenzione dell’Asl territorialmente competente", spiegano in Regione. Ma se non lo faranno? "Si tratta di ottemperare a un obbligo e non ci sono molti margini per fare i furbetti se non si vuole incorrere in reati di rilevanza penale".  Anche i datori di lavoro, se sono a conoscenza di personale sanitario non vaccinato, dovrebbero intervenire. Attenzione nelle Rsa dove, in base alle ultime disposizioni, l’obbligo vaccinale è stato esteso al personale anche non sanitario ed esterno.