Covid, il piano toscano. "Unità speciali per proteggere le nostre Rsa"

Il piano dell’assessora toscana Serena Spinelli. Più "Usca" dedicate e videochiamate per dialogare con i parenti

Covid

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Firenze, 6 ottobre 2020 - Oltre 170 morti durante il primo lockdown nelle residenze sanitarie assistenziali della Toscana. Già oltre 40 in questa seconda ondata autunnale. Le Rsa sono ancora l’anello debole della prevenzione. Da difendere, di più e meglio. Perché lì gli ospiti si portano sulle spalle già patologie gravi, sono più fragili di fronte alla minaccia del virus. Serena Spinelli, neo assessora regionale al Sociale, rappresentante di Sinistra civica ecologista, lancia il piano ‘sicurezza e affetto’: più "Usca" dedicate esclusivamente alle Rsa e più collegamenti web per superare le barriere tirate su con le famiglie. Perché anche un sorriso via computer può riscaldare in questi giorni.

Assessora, tra le sue deleghe c’è anche il capitolo anziani e Rsa. La lezione del primo lockdown nelle residenze non è stata sufficiente per capire che le Rsa andavano blindate? "Il nostro obiettivo non deve essere quello di blindare le Rsa. Vogliamo invece tutelarle e soprattutto tutelare i loro ospiti. Stiamo parlando di oltre 370 strutture in Toscana e di oltre 12mila residenti. Che hanno il diritto di continuare ad avere una vita di relazioni e rapporti con i propri familiari".  

Ma la minaccia Covid c’è. "Intendiamo garantire una maggiore tutela con una continuità assistenziale rafforzata, attraverso la creazione di nuove Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, e una socializzazione che passi attraverso l’utilizzo di videochiamate in grado di sostituirsi alle visite in presenza, che abbiamo dovuto vietare. Vogliamo per loro il massimo di vita di relazione, rafforzando però i controlli sanitari e la separazione tra ospiti positivi e negativi. Stiamo inoltre monitorando costantemente la situazione in modo da approntare rapidamente i necessari interventi volti alla gestione dell’emergenza Covid".  

Non crede che un settore così delicato debba avere una maggiore gestione pubblica? "Dobbiamo utilizzare questa fase così difficile per riflettere e programmare cosa debbano essere le Rsa nel futuro senza Covid. Sul rapporto tra pubblico e privato credo che, dopo l’emergenza, sarà necessario avviare una profonda riflessione. Intanto intendiamo mettere in atto tutto ciò che è possibile fare per gli anziani prima che entrino nelle Rsa. Occorre ripensare, potenziare, ripristinare ciò che in questi anni è stato tagliato e che ha determinato un impoverimento nella capacità di risposta sul territorio ai bisogni della popolazione anziana".  

Nel suo slogan ha scritto ‘Mi prenderò cura della Toscana’. Che diagnosi ha fatto? "Il tessuto sociale della Toscana è ricco per competenze, esperienze, associazioni. E c’è un positivo rapporto tra Istituzioni e terzo settore. Quindi ho una buona base di partenza. Ma devo tener conto dell’impoverimento della popolazione dovuto ad una crisi economica che viene da lontano, a cui si sono aggiunte due crisi-Covid. Il mio impegno è quello di affrontare la crisi in atto, ma anche di programmare il futuro, con azioni in grado di ridurre le disuguaglianze sociali che il Covid sta accentuando".  

C’è molto da fare appunto per evitare che le differenze sociali si accentuino. Non crede? "Sì, in questo senso piove sul bagnato. Per le deleghe di mia competenza mi muoverò nel segno dell’ascolto e della necessità di lavorare insieme ai diversi attori in campo, istituzioni, associazioni, enti locali. Lavoreremo per obiettivi, mettendo al centro le persone e i loro diritti, in particolare ma non solo, nel settore della disabilità".  

Quali sono i primi impegni dei 100 giorni? "Il primo è appunto la tutela degli anziani ospiti delle Rsa. Il secondo è quello di trovare risorse da destinare ai servizi territoriali. Vorrei che il mio settore fosse dotato di un adeguato Fondo per il sociale. Servirebbe per gli enti locali e il terzo settore, e a non essere esclusivamente legati ai pur importantissimi fondi europei. Il terzo è il tentativo di progettare facendo rete, perché dobbiamo lavorare per arrivare al meglio fuori da questa emergenza, in un futuro più prossimo possibile. Sto provando a coprogrammare e coprogettare, tenendo in rete tutti i soggetti: ci credo molto e per questo mi impegnerò a fondo".