Covid: con test negativo liberi prima dei sette giorni? Possibili nuove regole

Ecco tutto quel che c'è da sapere in fatto di isolamento, mascherine e regole per andare all'estero

Covid

Covid

Roma, 19 luglio 2022 - Potrebbero essere in arrivo a breve nuove regole per allentare l'isolamento delle persone positive al Covid in Italia. Fra le ipotesi al vaglio: la possibilità in assenza di sintomi di sottoporsi al tampone di fine isolamento prima dei 7 giorni attualmente obbligatori.

Il test si potrebbe eseguire già dopo 48 ore senza sintomi e, in caso di esito negativo, tornare subito liberi di uscire. E' questo uno degli argomenti di cui si è discusso con le Regioni e, una volta definiti i punti, il prossimo passo sarebbe la predisposizione di una circolare del ministero della Salute che metta nero su bianco il nuovo corso. Sebbene sia ancora da discutere la versione finale delle nuove regole, fra le altre ipotesi che si stanno valutando c'è anche quella di ridurre la durata massima dell'isolamento a 10-15 giorni dagli attuali 21. 

Sette giorni

Attualmente chi è in isolamento in quanto positivo al Covid può effettuare il tampone per l’uscita di casa soltanto sette giorni dopo l’ultimo tampone che ha registrato la positività (a meno che non abbia un certificato del medico di base). La circolare che sarà firmata al ministero della Salute eliminerà l’obbligo, consentendo come detto l’uscita dall’isolamento appena il tampone è negativo, dunque con la facoltà di ripeterlo anche ogni giorno.

Quarta dose

Da alcuni giorni la somministrazione della quarta dose è stata estesa a chi ha 60 anni e più. Il Ministero della Salute raccomanda la somministrazione della seconda dose di richiamo dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 giorni) dalla prima dose di richiamo o dall’ultima infezione successiva al richiamo (data del test diagnostico positivo) per le seguenti categorie:

  • persone di 60 anni e più
  • ospiti dei presidi residenziali per anziani
  • persone (a partire dai 12 anni) con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti

Le mascherine

Fino al 30 settembre le mascherine Ffp2 sono obbligatorie su tutti i mezzi di trasporto, ad eccezione degli aerei. Fino al 31 dicembre vanno indossate in tutte le strutture sanitarie. Sui luoghi di lavoro le regole cambiano: i dipendenti devono attenersi agli accordi siglati con l’azienda.

In generale, nei luoghi al chiuso dove non si riesce a a mantenere il distanziamento e all’aperto se ci sono assembramenti gli esperti consigliano di proteggere naso e bocca. In base ai test «per chi indossa la mascherina di stoffa la probabilità di risultare positivi si riduce del 56%, per chi ha la chirurgica del 66% e per chi indossa la Ffp2 dell’83%».

I viaggi all’estero

La maggior parte dei Paesi ha di fatto eliminato tutte le restrizioni previste e per fare ingresso non è necessario avere il green pass che dimostri l’avvenuta vaccinazione. Fa eccezione la Francia, dove chi ha più di 12 anni deve presentare «il certificato che attesti il completamento del ciclo vaccinale, oppure il certificato di guarigione, oppure l’esito di un tampone molecolare (valido 72 ore) o antigenico (valido 48 ore) e compilare il Plf». Prima di partire è opportuno poi controllare come funziona l’assistenza sanitaria per evitare di dover pagare le cure se ci si ammala sul posto e soprattutto per poter rientrare in Italia.