Covid, l’Ordine dei medici: “Preoccupati dalle riaperture, il numero di malati resta alto”

Il presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus, Landini: “Non possiamo rischiare una quarta ondata con gli ospedali ancora pieni. Le persone prendano coscienza della situazione e il Governo si impegni per trovare i vaccini”

Reparto Covid (immagine di repertorio)

Reparto Covid (immagine di repertorio)

Firenze, 22 aprile 2021 - "Come medici non possiamo che invocare la massima responsabilità in tutta la cittadinanza. Siamo molto preoccupati dalle riaperture, il numero di malati resta alto e i reparti sono ancora sotto pressione. Escludendo chi ha avuto il Covid e chi è stato vaccinato anche solo con una dose, rispettivamente 218 mila e 779 mila, non arriviamo al 30% della popolazione immune. Cioè circa 7 toscani su 10 sono ancora a rischio Covid, con solo una bassa percentuale di 70enni che ha ricevuto la doppia dose. Una situazione analoga al resto d'Italia". Lo spiega Pietro Dattolo, presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze

"Gli ospedali della nostra area fiorentina, così come nell'Asl Toscana Centro, contano purtroppo ancora tanti, troppi, pazienti. Curiamo ogni giorno positivi Covid che affrontano la malattia con l'ausilio indispensabile dei respiratori. Solo negli ultimi giorni stiamo assistendo a un leggero calo dei ricoveri. Dobbiamo continuare a svuotare gli ospedali e contenere il virus. Una nuova impennata di casi sarebbe l'ennesimo contraccolpo per la salute e per chi lavora ogni giorno in corsia. E comporterebbe il fallimento della stagione estiva”. “Con numeri simili di vaccinazioni - confronta Dattolo – in Germania stanno mantenendo alcune limitazioni importanti. Andiamo incontro a un periodo in cui non ci saranno più le restrizioni a fare da scudo contro il virus. Comprendiamo le necessità economiche e sociali che hanno spinto i vertici politici ad allentare la maggior parte delle chiusure e siamo consapevoli che il lockdown, in forma più o meno rigida, non possa rappresentare una misura perpetua. Tuttavia, ci auguriamo che la scelta delle riaperture sia stata ponderata con il massimo scrupolo, senza azzardi". “I comportamenti individuali – conclude il presidente - segneranno il corso dell'epidemia. Serve una convivenza matura e coscienziosa con l'epidemia. Esistono le regole per limitare la trasmissione del Covid. Bisogna sempre indossare le mascherine Fffp2 nei luoghi chiusi. Confidiamo anche che le vaccinazioni possano coprire sempre più persone. Il nostro è un appello alla prudenza".

Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus di Firenze, invoca responsabilità e giudizio sulle riaperture in un momento ancora complesso nella lotta al Coronavirus: "Le riaperture promesse dal premier Draghi lasciano un pò di preoccupazione a noi medici, tutti i giorni in prima linea per curare i pazienti Covid. I nostri reparti sono ancora affollati di malati. Se dovesse verificarsi una nuova crescita di contagi, durante questa terza ondata non ancora finita, ci troveremmo davanti a un problema enorme. Non possiamo rischiare una quarta ondata Covid con gli ospedali ancora pieni". "Nella Asl Toscana Centro – prosegue Landini - abbiamo 1250 posti occupati e anche ieri ci sono stati 20 nuovi ricoveri. Nell'ultimo periodo riusciamo ad avere un equilibrio tra dimissioni e ingressi, ma il numero di malati è enorme: 700 pazienti nei reparti Covid, oltre 100 in rianimazione, più di 400 nelle aree Low Care. Quest'anno siamo stati capaci di curare tutti, ma se ci fosse un'altra ondata in poco tempo, non sappiamo se riusciremmo ad assistere tutti". "E' un grosso rischio quello calcolato dal Governo. Ci sono due condizioni per poter ripartire - aggiunge Landini - Prima di tutto procedere il prima possibile con le vaccinazioni di massa, come quelle fatte in Israele e in Gran Bretagna. Se vogliamo riaprire servono somministrazioni a tutti, non solo a pochi sottogruppi, altrimenti sarebbe molto pericoloso. La seconda condizione è che le persone comprendano i giusti comportamenti: occorrono ancora distanziamento sociale e protezioni efficaci. Smettiamo di pensare che l'epidemia sia finita. Dobbiamo abituarci a vivere in maniera diversa e più responsabile. La malattia è ancora molto diffusa, come dimostrano i dati a livello locale e mondiale. Il vaccino per essere efficace nella collettività, deve riguardare quasi la totalità della popolazione, quindi avremo bisogno ancora di tempo. Pensare che il Covid sparisca all'improvviso con il caldo dell'estate è un pensiero infantile da combattere. Le persone - conclude il presidente della Fondazione - devono prendere coscienza della situazione e il Governo impegnarsi a trovare i vaccini. Se l'Europa non li fornisce, allora vanno reperiti altrove. Noi medici stiamo lavorando sodo e senza sosta da oltre un anno, ma anche noi abbiamo dei limiti".  

Maurizio Costanzo