Covid-19: parte in Toscana la cura con anticorpi monoclonali

Consegnate le prime 250 fiale di anticorpi monoclonali, mentre domani ne arriveranno altre 830. In tutto sono 1.080 quelle previste per il mese di marzo

Arrivate le prime fiale di anticorpi monoclonali

Arrivate le prime fiale di anticorpi monoclonali

Firenze, 22 marzo 2021 - Arriva, anche in Toscana, la prima cura nata e sviluppata in modo specifico per combattere il Covid-19. Sono infatti state consegnate le prime 250 fiale di anticorpi monoclonali, mentre domani ne arriveranno altre 830. In tutto sono 1.080 quelle previste per il mese di marzo. Il primo farmaco distribuito è il Bamlanivimab, prodotto dall’azienda farmaceutica Eli Lilly, ma stamani, presentando la novità in Regione, è stato spiegato che sono in fase di approvazione da parte dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, anche altri farmaci che verranno distribuiti ad aprile. Tutti sono a base di anticorpi monoclonali, progettati per legarsi alla proteina spike di Sars-Cov-2, in modo da impedire al virus di penetrare nelle cellule dell’organismo.

«Gli anticorpi monoclonali sono la prima vera medicina specifica nata contro il Covid – ha detto il presidente della Regione, Eugenio Giani -. Le prime fiale sono arrivate anche in Toscana e rappresentano l’inizio di una nuova stagione. Un lavoro di squadra, che vede impegnati gli infettivologi di tutte le aziende sanitarie e ospedaliero universitarie della regione, selezionerà i primi 1.080 pazienti con le caratteristiche per essere curati con questo farmaco. Anche la Toscana è in prima linea nello sviluppo degli anticorpi monoclonali con Toscana Life Sciences e con il gruppo di giovani ricercatori, guidati dal microbiologo Rino Rappuoli di Siena, veri protagonisti di questo filone decisivo nella lotta al Covid-19. Finita la fase di sperimentazione, contiamo di poterlo produrre anche noi e utilizzarlo al più tardi entro l’estate».

«Si tratta di un’altra freccia preziosa da aggiungere all’arco nella lotta al Covid – ha spiegato l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini -. Gli anticorpi monoclonali rappresentano uno strumento in più, complementare al vaccino. I dati degli studi a oggi pubblicati indicano che il beneficio è nei pazienti non ospedalizzati, quindi l’utilizzo è indicato in contesti più precoci della malattia. L’obiettivo è ridurre la carica virale del paziente e impedirne il peggioramento, in particolare su pazienti con una malattia lieve o moderata, ma ad alto rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19 a causa di altre patologie croniche».

La maggior parte di questi pazienti si trova in isolamento domiciliare. Saranno quindi le squadre Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) e i medici di medicina generale a intercettare i pazienti per il trattamento. Quindi li indirizzeranno ai centri specialistici più vicini per il trattamento tramite una scheda di pre-arruolamento, predisposta dalla Regione sulla base delle indicazioni Aifa. A oggi sono state individuate dodici strutture specialistiche distribuite su tutto il territorio regionale, ovvero i centri delle Aziende ospedaliero universitarie di Careggi, Pisa e Siena e quelli delle Asl (in particolate agli ospedali di Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri, del San Giuseppe di Empoli e del San Jacopo di Pistoia per la Centro; al nuovo ospedale Apuane di Massa, gali ospedali Riuniti di Livorno, al San Luca della Piana di Lucca per la Nord Ovest; al San Donato di Arezzo e al Misericordia di Grosseto per la Asl Sud Est). Con l’arrivo di quantità maggiori di farmaco il numero di centri verrà ampliato in funzione del fabbisogno del territorio.

Sabato il presidente Giani sarà a Pisa dall’infettivologo Francesco Menichetti, dell’azienda ospedaliero universitaria per i primi step. «Menichetti – ha detto il governatore - col plasma ha già reso il Cisanello un centro d’avanguardia e sta facendo già un lavoro di selezione e preparazione per l’avvio anche di questa campagna». L’obiettivo resta comunque la produzione degli anticorpi “made in Tuscany”, puntando a ottenere 100mila dosi già da giugno. «Si aprirà così una nuova stagione – ha concluso Giani - che in Toscana potremo gestire non chiedendoci più quando arriveranno i vaccini o i farmaci, ma sapendo che da giugno produrremo noi gli anticorpi attraverso il genio e la sperimentazione della nostra Tls di Siena e l’impegno dell’industria farmaceutica con la Menarini a Pomezia».

Lisa Ciardi