Coronavirus, Rossi e la riapertura dei confini regionali: "Aspettare una settimana"

Il presidente della Toscana a Sky Tg24 parla anche di Mes, elezioni regionali e rapporto Stato-Regioni

Enrico Rossi ospite di Sky

Enrico Rossi ospite di Sky

Firenze, 31 maggio 2020 - "Aspettare anche una settimana, e arrivare anche in Lombardia a numero di contagi molto ridotto, darebbe sicurezza a tutta l'Italia e forse si potrebbe riaprire con maggiore tranquillità", "sarebbe un ragionamento di semplice buon senso" dal momento che i dati sui contagi "non sono ancora assestati" e la Lombardia mantiene ancora un "impatto pesante". Lo ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi a Sky Tg24. Per Rossi anche tra i cittadini "c'è un sentimento diffuso di preoccupazione".

"Rischiamo un po' - ha aggiunto - di lanciare un messaggio altalenante, in base alle emozioni". Quello "attuale è che tutto è finito: non è cosi, i fenomeni non sono assestati, anche in Toscana: l'altro giorno c'erano due casi di contagio, ieri 12".

Laddove ce ne sono centinaia "rimango un po' sbalordito a vedere questa forte spinta a riprendere a far tutto come prima, sarei più cauto. Non voglio fare lo sceriffo - ha concluso -, non sono per la guerra tra Regioni ma il mio invito al Governo è di considerare anche questi aspetti".

Riguardo alla possibilità delle persone di muoversi in Italia e a come tutelare i cittadini delle singole regioni, non è possibile parlare di "certificato di immunità, che non esiste ovviamente, e non è possibile neppure pensare a protocolli particolari, a passaporti sanitari tra regione e regione, queste mi sembrano francamente delle sciocchezze. Se poi qualche mio collega riesce a dimostrare che è possibile proverò a imitarlo ma non credo".

Rossi poo ha parlato della data delle elezioni regionali: "Mi rimetto alle decisioni del Governo anche su questo. Io sono in scadenza e non più ripresentabile perché ho fatto due mandati. Non mi straccio le vesti. Mi sembra davvero che a luglio, come alcuni governatori sostenevano, sia troppo presto, e il rischio è che i cittadini non abbiamo affatto voglia di vedere i nostri faccioni sui manifesti. E poi a settembre questa discussione tra i primi del mese e il 20 mi sembra astratta. Decida il Governo quando è il momento migliore".

Riguardo alla questione economica "dopo agosto, settembre, non potremo continuare a pensare soltanto di vivere di trasferimenti e sussidi", il lavoro "può rimettere in moto anche la ripresa". E "ci sono le le risorse europee, cominciano a prendere subito ad esempio quelle del Mes e vediamo come possono essere impegnate: sono 37 miliardi, possono essere spese a interessi zero, senza condizioni, ma facciamolo subito, non è il tempo delle divisioni politiche di maniera: oggi credo che Zingaretti facesse appello alla concordia nazionale, abbiamo bisogno di questo".

"Un grande segnale viene dato anche dal Presidente della Repubblica che andrà a Codogno a celebrare il 2 giugno. Il Paese penso abbia soprattutto di questo impegno corale", ha detto Rossi.

Riguardo poi alla discussione che potrà riaprirsi nei rapporti tra Regione, Stato, Comuni, per Rossi "basterebbe introdurre un articolo che in realtà nei momenti di emergenza è già previsto dal Titolo V della Costituzione, cioè che vige la supremazia del Governo rispetto alle Regioni. Io sono d'accordo che Governo eserciti le sue funzioni ma deve essere sufficientemente forte, autorevole e in grado di indirizzare". Così Rossi si dice contrario, per il rilancio del turismo, che "ogni regione si presenti per proprio conto, facciamolo insieme, specie se dobbiamo andare sui grandi mercati internazionali. Dobbiamo avere una politica industriale: ci vuole un grande spirito collaborazione, e questo dipende dallo spirito pubblico che la politica deve costruire. Io credo che i cittadini siano pronti per questo salto, sono stufi delle polemiche»: «La politica è fatta anche di polemica che deve però essere funzionale a trovare le soluzioni".