Coronavirus Toscana, "Aprire ora vuol dire chiudere a luglio". Parlano gli epidemiologi

Su Facebook il post polemico di Fabio Voller, coordinatore dell'osservatorio epidemiologico dell'Agenzia regionale di sanità

Un medico in un ospedale. Nel riquadro il post di Voller

Un medico in un ospedale. Nel riquadro il post di Voller

Firenze, 21 aprile 2021 - "Aprire adesso vuol dire chiuderci in casa a luglio". Non usa mezzi termini, con un post su Facebook, il dottor Fabio Voller. E' uno di coloro che segue costantemente l'andamento del contagio da coronavirus in Toscana. E' il coordinatore dell'osservatorio epidemiologico dell'Agenzia regionale di sanità e ogni giorno valuta i numeri che arrivano dalle Asl sui nuovi contagi, i ricoveri, le terapie intensive.

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Un lungo studio che lo porta a scrivere un post su Facebook nella serata di mercoledì. Post subito molto discusso e condiviso, post che inevitabilmente fa rumore.

"Correre ad aprire, incautamente, il 26 aprile, e prevedere di tenere le persone chiuse, cautamente, nel mese di luglio. Capolavoro", il post polemico di Voller. Che si riferisce alle ormai famigerate aperture che dal 26 aprile verranno messe in atto nelle regioni in zona gialla. Anche la Toscana, secondo gli ultimi dati, sarà in giallo: questo vuol dire ristoranti aperti (ma solo quelli che avranno spazi all'aperto, solo lì si potrà consumare il pasto) e progressiva riapertura anche per cinema e piscine. 

Se per il premier Draghi c'è un "rischio calcolato", per gli epidemiologi toscani la situazione è ben diversa. Il rischio vero infatti per gli esperti è che a luglio possa arrivare una quarta ondata con conseguenti nuove chiusure. Secondo gli studiosi infatti le aperture porteranno a un aumento dei contagi. Sarà una quarta ondata piccola o grande? Dipenderà molto dai vaccini, da quanti riusciremo a farne da qui a fine maggio, come dice il direttore dell’Epidemiologia dell’Asl Toscana centro, Francesco Cipriani.

"Il virus sta ancora circolando, per questa ragione le riaperture faranno aumentare il numero dei contagi – spiega Cipriani – Ci aspettiamo una quarta ondata, senza che la terza sia ancora esaurita, sperando che sia piccola. E questo dipenderà dalla rapidità con cui riusciremo a vaccinare anziani e fragili".