Covid Toscana, negli ospedali la conta dei (pochi) posti liberi

In Toscana cresce l’affanno . La trasformazione in reparti Covid non è istantanea. I medici: "Servono non solo letti ma anche più specialisti"

La lunga fila di ambulanze davanti al pronto soccorso di Pisa

La lunga fila di ambulanze davanti al pronto soccorso di Pisa

Firenze, 29 ottobre 2020 - Cresce l’affanno degli ospedali toscani mentre il Coronavirus accelera. I posti letto in più possono essere ricavati modificando l’assetto dei reparti, ma bisogna farlo in tempi brevissimi. E il sistema sanitario ha mandato i primi campanelli d’allarme: lunghe attese, ambulanze in coda ai pronto soccorso, pazienti trasferiti da una città all’altra. Nei giorni scorsi, inaugurando il padiglione Covid di Careggi il presidente della Regione Giani, aveva annunciato il raggiungimento di 550 posti di terapia intensiva in Toscana di cui circa 155 per i Covid, e ieri ha parlato di arrivare anche a 700 : 130 sono già occupati. Nei non intensivi Covid i posti letto sono 955 di cui 877 occupati. "Il numero dei posti letto – spiegano in Regione – è in continuo aggiornamento. Può aumentare o diminuire tenendo conto del trend del contagio".

La trasformazione di un reparto normale in Covid non è banale, né rapida. Sottrae spazi e risorse alle altre attività. Nell’Asl Toscana nord ovest i letti Covid già attivati sono 268 di cui 46 di terapia intensiva, quelli occupati 230 (37 in intensiva). L’Azienda ospedaliera pisana, fra Cisanello e Santa Chiara, conta 111 posti occupati, di cui 95 ordinari e 16 fra subintensivi e intensivi. In queste ore si sta lavorando per crearne altri 32. Situazione sotto controllo a Careggi, grazie al nuovo padiglione Covid con 72 posti (14 in intensiva e 58 ordinari). Ora l’occupazione è al 15% ma sta partendo la rimodulazione dell’ordinario. Nell’Asl Toscana Centro, a Prato ci sono 14 pazienti in intensiva su 20 posti, se ne aggiungono 6 a Ponte a Niccheri e 10 a Empoli. A Pistoia 10 posti in intensiva e già 12 i pazienti: i 2 in più hanno trovato posto grazie alla riorganizzazione dell’ospedale. Nell’Asl Sud Est, all’ospedale di Grosseto 6 i ricoverati in intensiva (16 i posti) e 25 in infettive (su 32). Ad Arezzo, 75 in malattie infettive-pneumologia (su 83) e tutti occupati i 12 di terapia intensiva. "C’è preoccupazione ma ora l’organizzazione c’è – commenta Roberto Monaco, segretario della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e presidente dell’Ordine di Siena –. Il Covid sta però facendo emergere i problemi atavici: mancano specialisti e l’incremento dei letti deve essere abbinato a un aumento del personale".