Il coronavirus in Toscana, "Ora circola meno. Si abbassa l'età dei contagiati"

L'Agenzia regionale di sanità pubblica il rapporto periodico. "Non sappiamo se il virus sia meno forte, non c'è evidenza scientifica"

Personale sanitario (Foto di repertorio Fotocronache Germogli)

Personale sanitario (Foto di repertorio Fotocronache Germogli)

Firenze, 16 maggio 2020 - Il 91% di casi in meno tra marzo e maggio e un indice di contagiosità stabilmente sotto 1: il rapporto dell'Agenzia regionale di sanità sul coronavirus in Toscana sfodera numeri lusinghieri per la regione. Senza ovviamente cullarsi sugli allori: la fase è ancora delicata ed è importante continuare a rispettare le norme di sicurezza. Ma una prima battaglia contro il coronavirus sembra vinta. Da una settimana i nuovi contagiati sono di media 25. Ed è appunto un -91% rispetto alla media dell'ultima settimana di marzo, quando si viaggiava su numeri alti, nell'ordine anche dei duecento. FASE DUE, RIAPRONO RISTORANTI E SPIAGGE. CLICCA QUI

Parte di questi nuovi casi (circa uno su 4), sottolinea l' Ars, provengono dalla campagna di screening messa in atto dalla Regione Toscana su molte categorie professionali pubbliche (operatori sanitari in primis) e private utilizzando i test sierologici: a ieri erano circa 65.000 le persone che si sono sottoposte ad un test rapido di screening, circa 520 le persone che hanno evidenziato un'esposizione nel passato all'infezione Covid-19, lo 0,8% del totale dei testati, che sono stati sottoposti al tampone di verifica della loro positività o che lo effettueranno nei prossimi giorni.

L'indice di contagiosità R0 in Toscana è stabilmente sotto 1 da circa un mese. "Da più parti si legge come la diminuzione dei casi possa essere legata a una supposta minore carica virale del virus: non c'è alcuna evidenza scientifica che suffraghi questa affermazione - precisa il rapporto dell' Ars - L'analisi dei nuovi casi delle ultime due settimane, in riferimento alla loro composizione socio-anagrafica, alle condizioni del loro dello stato clinico e del luogo di contagio al momento dell'effettuazione del tampone, sta nettamente cambiando tanto da farci affermare che, se il virus non è meno 'forte', sicuramente sta circolando meno nella popolazione".

La composizione per classe d'età e genere sta progressivamente cambiando nelle ultime due settimane. Dopo settimane in cui il genere femminile era maggiormente rappresentato, nell'ultima settimana la maggioranza dei casi torna a concentrarsi nel genere maschile. Anche l'età media dei nuovi casi, che era stata stabilmente intorno ai 60 anni per entrambi i generi, scende intorno ai 50 anni nelle ultime due settimane.

"Questo - spiega l' Ars - sembra essere l'effetto del cambiamento dei luoghi di contagio: dopo settimane si riaffacciano i luoghi familiari e quelli legati al lavoro ed al tempo libero, oltre a quelli frequentati dalla categoria degli operatori sanitari, che continuano ad essere sottoposti alla campagna di test sierologici".

L'effetto finale del cambiamento nel tempo della composizione per età, genere e - parzialmente - luogo di contagio produce quindi un cambiamento nello stato clinico dei soggetti al momento del tampone: oramai nelle ultime tre settimane gli asintomatici e i pauci sintomatici arrivano all'80% dei nuovi casi.

Il dato sui deceduti è quello che rimane ancora piuttosto stabile, diminuisce meno velocemente rispetto alla media italiana: "Stiamo ancora osservando le conseguenze di una parte dei casi emersi durante la terza settimana di aprile, che avevano presentato condizioni cliniche gravi - spiega Ars - Questi soggetti spesso hanno degenze molto lunghe, a testimonianza del fatto che, pur non avendo individuato cure e trattamenti farmacologici specifici per il virus, l'effetto combinato di farmaci utilizzati per la cura di altre malattie sta spesso aumentando la degenza anche di coloro che partono con un particolare svantaggio di salute. In termini di letalità (deceduti/ casi totali), la Toscana si posiziona come la regione con la più bassa letalità rispetto a tutte le altre regioni a grande e media diffusione del virus".