Coronavirus, l'Asl. "Chi si sente a rischio ci chiami. Il tampone si fa a casa" / VIDEO

Le dichiarazioni dell'Asl Toscana Centro durante la conferenza stampa a Prato. Attivato un numero telefonico dedicato alle segnalazioni

Berti e Di Pietro

Berti e Di Pietro

Prato, 22 febbraio 2020 - E’ operativo da oggi il numero 055/5454777, dedicato alle segnalazioni da parte di tutti coloro (adulti e bambini) che, essendo rientrati da un’area a rischio infezione da Coronavirus negli ultimi quattordici giorni, devono segnalarlo alla Asl Toscana Centro e osservare l’isolamento domiciliare fiduciario. Chi è stato in contatto stretto con un caso confermato è posto in quarantena.

Si tratta di un’ulteriore misura preventiva definita dall’Asl alla luce di quanto indicato nell’ordinanza regionale emanata nella serata di venerdì 21 febbraio, in accordo con quella del ministero della Salute. La presentazione è stata fatta questa mattina, 22 febbraio, da Renzo Berti, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl TC e da Massimo Di Pietro, direttore malattie infettive per l’Asl TC. «Il numero sarà attivo h24 con un servizio di assistenza multilingue che permetterà la raccolta dei dati personali (nome, cognome, indirizzo, domicilio e numero di telefono) al fine di effettuare la sorveglianza sanitaria attiva - ha detto Berti -. In caso di comparsa di sintomatologia si procederà all’immediata attivazione dei percorsi sanitari già programmati per la necessaria assistenza terapeutica e le verifiche diagnostiche».

Resta in funzione nel Centro di ascolto dell'assessorato il numero verde regionale, al quale rispondono operatori adeguatamente formati. Il servizio fornisce orientamento e indicazioni sui percorsi e le iniziative individuate dalla Regione sul tema del Coronavirus. Il numero verde a cui il cittadino può rivolgersi è 800.556060, opzione 1, attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 15.

La quarantena  (per chi è stato in contatto stretto con un caso confermato) è obbligatoria per legge e quindi «per chi non la osserva sono previste anche delle sanzioni», spiega Berti. Sanzioni così come previsto dall’articolo 650 del Codice penle, che prevede ai contravventori la reclusione fino a tre mesi o un’ammenda fino a 206 euro. Un provvedimento, quello dell’ordinanza regionale, che fa sì che l’ambulatorio Lilla di Osmannoro diventi «un punto dove si continuerà a svolgere la sorveglianza attiva per l’area fiorentina - spiega Berti - . Gli operatori dell’ambulatorio interverranno nelle sedi di isolamento domiciliare fiduciario all’emergere di una prima sintomatologia per avviare le misure necessarie tra cui il tampone faringeo».

A proposito sono tre in tutto le persone che si sono rivolte al punto Lilla: tutti e 3 i campioni prelevati ed inviati al laboratorio di microbiologia di Careggi hanno avuto esito negativo. Per quanto riguarda l’eventualità di focolai di infezione, come registrato in Lombardia, gli ospedali sono già pronti per affrontare eventuali casi, anche insieme. «Abbiamo una rete per le malattie infettive e gli ospedali hanno in dotazione stanze idonee per questo tipo di emergenze- ha detto Di Pietro - Inoltre ogni reparto di malattie infettive ha sempre una stanza libera per non dover attendere neppure un’ora per svuotarla nel caso di una emergenza. Abbiamo fatto un piano che permette di ampliare i posti a disposizione: dipende dal numero di persone che possono arrivare. E certo si potrebbe arrivare a parlare anche di caserme». A questo proposito lunedì 23 febbraio è previsto un incontro a Firenze con la Protezione civile metropolitana, in cui «si parlerà anche della possibilità di altre sedi - ha chiosato Berti - E’ importante valutare dove si fa l’isolamento: come prevede l’ordinanza regionale, dove si evidenziano criticità l’Asl l insieme ai Comuni e alle associazioni di volontariato possoni verificare anche altri luoghi». La situazione attuale. Attualmente sono in sorveglianza attiva 161 famiglie, delle 364 dalle quali siamo partiti. Ecco la dislocazione sul territorio: 9 a Firenze, 1 a Pistoia e 10 a Empoli. A Prato le famiglie in sorveglianza attiva sono 141. Di queste ne sono rimaste un’ottantina per un totale di circa 400 persone.