Coronavirus, ipotesi Confcommercio: "Chiudere negozi, ma non quelli di prima necessità"

L'esasperazione degli operatori: "Tanto qui non viene più nessuno"

Aldo Cursano

Aldo Cursano

Firenze, 9 marzo 2020 - Se isolamento deve essere, allora tanto vale chiudere, tutti e subito. Il commercio fiorentino è martoriato dalla grande fuga dei turisti e dei fiorentini, invitati sempre di più a restarsene a casa. Si piangono così i mancati incassi, pesanti e dolorosi, ma non si dimentica il senso di responsabilità a cui tutti siamo chiamati per il contenimento del coronavirus. E allora Confcommercio, per gli operatori del commercio, del turismo e dei pubblici esercizi, lancia la proposta di chiudere subito tutte le saracinesche: "I maggiori virologi, impegnati in prima linea nella lotta alla diffusione del contagio, ci chiedono di non uscire – afferma Aldo Cursano, presidente Confcommercio Firenze e vicepresidente vicario Fipe nazionale –. E allora cosa teniamo a fare i negozi aperti se la gente deve restare a casa? In nome e per conto della categoria, vorremmo avanzare la proposta formale di chiudere tutti per due settimane, ovviamente fatti salvi i servizi di prima necessita, in primo luogo generi alimentari e farmacie, per poi ripartire una volta debellata l’epidemia".

La proposta , che mette in gioco i fatturati di questi 14 giorni, in cambio dell’immediato stop alle uscite fiscali, previdenziali, tributarie, bancarie e degli affitti, ha bisogno del riconoscimento delle istituzioni per non diventare un boomerang che si ritorca contro gli stessi imprenditori. Per questo i vertici della Confcommercio Fiorentina si rivolgono agli organi nazionali della loro associazione , affinché se ne facciano promotori e garanti presso il governo e gli enti competenti. Nel frattempo la base sembra in linea con quella che, senza il parere favorevole dei singoli operatori, potrebbe apparire una semplice provocazione. "Di fatto per noi è come se fossimo già chiusi da dieci giorni – spiega Marco Valenza, titolare degli storici locali fiorentini Gilly e Paszkowsky –. Per senso di responsabilità credo servano almeno quindici giorni per garantire la sicurezza dei cittadini, di tutte le nostre strutture e delle rispettive famiglie, perché siamo esposti quotidianamente a contatti ravvicinati. Le istituzioni però devono bloccare immediatamente qualsiasi tipo di canone di affitto, garantendo che alla riapertura quel canone possa essere riparametrato al fatturato. Che purtroppo impiegherà del tempo a tornare alla normalità..." Anche Francesco Sanapo, campione del mondo della degustazione del caffè e leader dei pubblici esercizi della Confcommercio fiorentina, condivide l’iniziativa: "Vogliamo garantire la sicurezza dei nostri clienti ma anche, consentitemelo, quella dei nostri dipendenti. Si consiglia alla gente di non uscire di casa, come unico rimedio contro la diffusione del virus, e io devo costringere a lavorare i miei ragazzi, oltretutto per venire a servire clienti che non ci sono? A questo punto sì ad una chiusura totale, per un breve periodo, anche perché altrimenti è impossibile attuare tutte le misure di prevenzione che sono richieste". © RIPRODUZIONE RISERVATA