Il Coronavirus e la Toscana, "Non esiste un caso Firenze". Giovani cinesi: "No pregiudizi"

Le autorità seguono l'evoluzione della situazione dopo aver accettato che la coppia cinese che ha contratto la malattia e ricoverata a Roma è passata da Firenze

Addetti al servizio di nettezza urbana di Prato indossano la mascherina (Attalmi)

Addetti al servizio di nettezza urbana di Prato indossano la mascherina (Attalmi)

Firenze, 1 febbraio 2020 - Le autorità toscane seguono l'evolversi della situazione per quanto riguarda il coronavirus e la diffusione della malattia originata in Cina nel mondo. Tanti gli aspetti toccati da questo caso internazionale e che hanno ricadute anche in Toscana. Aspetti sociologici ma anche economici. Sotto, un aggiornamento live della situazione. Intanto, ecco una guida al coronavirus: i sintomi e come si combatte / La situazione in Italia / Reportage dalla Chinatown di Prato.

Ore 18.40 - La coppia di turisti cinesi in Italia colpita da coronavirus, adesso in cura a Roma, nel transito a Firenze non avrebbe avuto contatti diretti con altre persone durante il pernottamento in hotel nel capoluogo toscano. È quanto emerge dalla prima fase dell'indagine epidemiologica condotta dalla Asl, che comunque non è ancora finita. «I due sono rimasti a Firenze circa 12 ore - spiega il direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Usl Toscana Centro, Renzo Berti - Sono arrivati nel tardo pomeriggio del 27 gennaio e ripartiti la mattina dopo per Roma. Non emergono ad ora contatti rilevanti nella struttura dove hanno alloggiato». «Tuttavia il cerchio non è chiuso e stiamo ancora lavorando - prosegue Berti - Parlando coi gestori dell'hotel risulta che sono stati fuori: dobbiamo capire dove hanno cenato», mentre «altri accertamenti sono in corso riguardo al pullman su cui hanno viaggiato per Roma».

Ore 18.05 - Attenzione ai falsi allarmi. Girano in Toscana fake news via whatsapp su presunti nuovi casi di coronavirus. Ma si tratta di bufale. Leggi l'articolo

Ore 17.49 - Aprire subito un tavolo di crisi per il turismo. E' la richiesta del presidente di Federalberghi Bernabo' Bocca, secondo cui il governo non puo' ignorare le gravi conseguenze economiche dell'epidemia di coronavirus sulle imprese del settore. "Abbiamo già sopportato danni ingenti dal fallimento di Thomas Cook - afferma Bocca, intervistato dall'AGI - ora il Coronavirus metterà in ginocchio tanti operatori che stanno registrando le cancellazioni di viaggi dalla Cina e che devono restituire gli anticipi ai tour operator cinesi". Lo scorso febbraio - sottolinea Bocca - gli arrivi dalla Cina furono circa 500 mila e quest'anno il numero sarebbe stato decisamente maggiore, considerato lo sviluppo impetuoso del turismo nel Paese asiatico.

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Ore 16.14 "Gesto irresponsabile e incivile". Così il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, ha usato parole dure nei confronti di chi tende ad alimentare le preoccupazioni di questi giorni sui social circa il contagio e il propagarsi del coronavirus con la diffusione di "allarmanti fake news". Il riferimento è a quanto circolato sul web in queste ore riguardo il verificarsi di un caso di contagio all'ospedale San Donato di Arezzo. La Asl Toscana sud est ha smentito categoricamente la falsa notizia. "Sono in contatto con il direttore generale della Asl Toscana sud-est, Antonio D'Urso, il quale, oltre alla smentita relativamente a quanto falsamente divulgato, ha dato ogni rassicurazione circa la predisposizione di tutto ciò che è previsto dalle procedure per affrontare eventuali sintomatologie le cui caratteristiche potrebbero ricondurre al coronavirus. Mi auguro che quanto successo rimanga un episodio isolato: quanto accaduto non può che essere giudicato irresponsabile e incivile". ​

Ore 14.28 - "Escludo qualunque tipo di caso Firenze, rispetto agli standard di attenzione e di precauzione che sono già stati fissati dalle autorità sanitarie in Italia". Cosi' il sindaco Dario Nardella parlando con i giornalisti del passaggio a Firenze dei due cittadini cinesi risultati positivi al virus. "Lunedì prossimo accoglieremo il ministro della Salute Speranza con grande entusiasmo - ha proseguito Nardella -, una visita che era stata programmata da tempo". "Avrò modo di parlare con lui - ha concluso il sindaco - anche di questi aspetti. La precauzione e l'attenzione sono d'obbligo, mentre invece l'allarme ingiustificato è sbagliato oltre che pericoloso".

Ore 14.02 - Alcuni addetti alle vendite di negozi della moda e di noti brand del centro di Firenze oggi lavorano indossando una mascherina protettiva. È possibile notarlo anche attraverso le vetrine, passeggiando in strada. La misura, precauzionale, alla luce dell'emergenza sul coronavirus, è stata assunta da parte del personale dei negozi di grandi griffe che tradizionalmente sono frequentati da clientela cinese, e che si trovano nelle 'vie del lussò di Firenze, tipo via Tornabuoni e via Roma.

Ore 13.29 - «La psicosi Coronavirus ha mille sfaccettature. Tra le più inquietanti e pericolose quella di fomentare odio, pregiudizio e diffidenza verso le persone di minore età. Tra le esortazioni di istituzioni e società civile a non creare falsi allarmismi e cavalcare fake news, è quasi assente l'appello a tutelare i più deboli: bambine e bambini, ragazze e ragazzi che nella marea di notizie, articoli, post social e caccia alle maschere protettive rimangono indietro». Lo afferma in una nota il garante per l'Infanzia e l'adolescenza della Toscana, Camilla Bianchi, anche riguardo all'appello comparso sul social dell'Unione giovani italo-cinesi.

Ore 13 - Sulla pagina Facebook dell'Unione Giovani Italo Cinesi compare un appello a non cadere nei pregiudizi. "Siamo le stesse persone con cui ieri avete condiviso il banco all'università o il caffé, non guardateci come malati". LEGGI L'ARTICOLO

Ore 12.31 - "Nessun panico ma inevitabile preoccupazione" nelle aziende di Confindustria Toscana Nord per la situazione che si è determinata a seguito dell'infezione da coronavirus in Cina: "in questi giorni molte di esse hanno contattato l'associazione per avere indicazioni utili alle loro relazioni commerciali e di lavoro con il paese asiatico". L'interruzione dei collegamenti aerei rappresenta di fatto la sospensione delle relazioni con la Cina, con effetti di entità diversa da azienda ad azienda. L'export verso la Cina rappresenta il 2,7% del totale dell'export di Lucca, lo 0,8% di Pistoia e il 2,9% di Prato (dati 2018).