ArchiveCovid Italia 20 giugno: i nuovi positivi sono 881, i morti 17

Covid Italia 20 giugno: i nuovi positivi sono 881, i morti 17

Ancora in calo il numero dei positivi. In diminuzione anche il numero dei ricoveri in terapia intensiva

Il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo (Ansa)

Il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo (Ansa)

Roma, 20 giugno 2021 - Sono 881 i positivi al coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore (ieri 1.197) su 150.522 tamponi effettuati, 17 invece le vittime (ieri 28), calano di 5 unità (ora 389) le persone ricoverate in terapie intensiva. E' quanto emerge dal quotidiano bollettino sul coronavirus emesso da Protezione civile e ministero della Salute.

I casi dall'inizio dell'epidemia sono 4.252.976, i morti 127.270. I dimessi ed i guariti sono invece 4.037.996, con un incremento di 2.304 rispetto a ieri, mentre gli attualmente positivi scendono a 87.710, in calo di 1.440 nelle ultime 24 ore. In isolamento domiciliare ci sono 84.877 persone.

 

Toscana, solo 55 nuovi casi in 24 ore

Sono solo 55 i nuovi casi di coronavirus registrati nella giornata di domenica 20 giugno. Il tasso di positivi sui primi tamponi si assesta invece all'1.4%. E' quanto registra la Regione nei dati del bollettino. 

Bollettino coronavirus Toscana 20 giugno, i numeri

 

​​​Zona bianca

 

Quasi tutto il Paese in zona bianca e senza coprifuoco da domani e - forse - molto presto senza l'obbligo di mascherina all'aperto. L'ultimo simbolo del Covid sta per cadere anche in Italia, ma la data definitiva su questa disposizione non arriverà prima della prossima settimana e ancora una volta sarà il Comitato Tecnico Scientifico a fornire il proprio parere al Governo. Gradualmente si torna alla quasi normalità anche nei trasporti pubblici, dove in alcune Regioni già bianche - come Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte - è stata anche 'allargatà la capienza dei bus, passando dal 50% all'80%.

Mascherine, tema caldo

La necessità di fissare «modalità e termini della permanenza dell'obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie all'aperto» resta al momento la priorità sulla quale si discute a livello nazionale. Dopo l'annuncio del premier Mario Draghi, il quale aveva anticipato la richiesta di una valutazione al Cts, è stato poi lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, a chiedere formalmente agli scienziati un parere ufficiale e definitivo. Gli esperti si riuniranno la prossima settimana per un primo incontro, dal quale non è ancora chiaro se possa già emergere un pronunciamento univoco.

Le date possibili

Sulla fine dell'obbligo di mascherina - per il momento solo negli spazi all'aperto a meno che non ci si trovi in una situazione in cui è impossibile garantire il distanziamento - già ci sono alcune date possibili e si fa sempre più compatto il fronte di chi spinge per inizio luglio, forse il 5, o comunque non più tardi del 12 del prossimo mese. L'ipotesi sarebbe quella di accelerare i tempi della decisione, ma resta anche molta cautela a causa della diffusione delle varianti, su cui ci saranno più certezze solo nelle prossime settimane. Sembra però certo che si potrà stare senza mascherina solo nei luoghi all'aperto e dove non ci sono rischi di assembramento perché, altrimenti, andrà sicuramente indossata. Pressioni indirette sulla questione sono arrivate negli ultimi giorni a causa di provvedimenti simili annunciati in Spagna (dal 26 giugno) o già in vigore in Francia da giovedì scorso.

Nel resto d'Europa, invece, Belgio, Olanda, Austria, Svizzera e alcuni lander della Germania non è stato mai imposto l'obbligo, così come nel Regno Unito. Il Comitato Tecnico Scientifico è chiamato a pronunciarsi anche sull'apertura delle discoteche, tema sul quale - dopo un primo incontro - il Cts si è riservato ulteriori approfondimenti: anche questa riapertura potrebbe essere disposta dal Governo da inizio luglio e sicuramente con l'obbligo del green pass.

Zona bianca

In attesa che anche l'ultima regione, la Val D'Aosta, si aggiunga il 28 giugno al resto del Paese in zona bianca, da lunedì prossimo anche Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Provincia di Bolzano, Sicilia e Toscana entreranno da lunedì prossimo nella fascia di rischio più bassa. La marcia verso l'uscita dal pandemia - su cui resta comunque molta cautela - è ingranata: nelle ultime 24 ore sono 1.197 i nuovi contagi e 28 le vittime, con il tasso di positività stabile allo 0,5% e soltanto 10 ingressi in terapia intensiva (394 attualmente in tutto il Paese). Ma alcuni governatori, con l'avvio della stagione turistica, già corrono ai ripari contro le mutazioni del virus: ricordando le disposizioni nazionali, il presidente della Puglia, Michele Emiliano, chiarisce che «per l'estero ci sono misure severissime per chi viene da Paesi che hanno una recrudescenza di varianti». Proprio da lunedì prossimo - secondo l'ordinanza di Speranza - chi arriva dal Regno Unito, dove la variante Delta dilaga, dovrà sottoporsi a una quarantena di cinque giorni. La misura scatterà il 21 giugno, ma solo qualche ora prima alcune migliaia di tifosi del Galles arriveranno a Roma per assistere alla sfida degli Europei di calcio con gli azzurri. Le minacce del virus però non arrivano solo dall'estero. Nel carcere di Taranto è stato individuato un focolaio in cui sono coinvolti 34 detenuti: una situazione che ha reso necessario lo screening delle 670 persone ristrette nello stesso istituto.

Il tema vaccini

"I risultati leggiamoli così: è normale che sui 7 vaccini che abbiamo sviluppato in un anno e che sono arrivati più avanti, due abbiano avuto problemi. Mi riferisco a CureVac sull'efficacia", risultata al 47%, sotto le attese e sotto la soglia indicativa di successo, "e a Sanofi che ha avuto problemi tecnici e ritardi. Dall'altro lato abbiamo altri 5 vaccini, se includiamo anche Novavax che ha avuto bellissimi risultati, che funzionano benissimo. Se tutti e 7 avessero funzionato, avrei detto che avremmo avuto una fortuna impossibile come genere umano. Tutto questo è normale. E' normale che su 3 vaccini a mRna uno abbia un problema. Non è un dramma". Così all'Adnkronos Salute Sergio Abrignani, immunologo dell'università Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico per l'emergenza coronavirus, commenta i risultati ad interim comunicati da CureVac.

"Vedremo di cosa si tratta. Ci possono esser almeno 5-6 motivi per cui i vaccini non funzionano in fase 3. Vedremo se è dovuto alla formulazione, al dosaggio o a dati di fase 1 sovrastimati. L'azienda probabilmente lo sa già. Io ho lavorato per 20 anni nel campo dei vaccini e posso dire che è normalissimo che qualcuno caschi in fase 3, o abbia intoppi in fase 1 come Sanofi. Meno male che il primo vaccino che abbiamo avuto ha funzionato benissimo. Altrimenti immagino la depressione che avremmo provato in quel contesto se ci fossero stati problemi. Oggi è diverso. I vaccini li abbiamo". Ora CureVac potrebbe "correggere il tiro e arrivare al traguardo, ma bisogna capire quale è il problema. Tutto è riparabile, dipende da quanto tempo ci si mette", ragiona Abrignani. "Uno dei problemi a cui è stato attribuito il risultato sotto le attese di CureVac è la presenza di varianti ma la risposta è che Novavax ha funzionato al 60-70% anche contro la variante sudafricana che è fra le più problematiche. E anche Pfizer contro l'indiana in Gb sembra abbia un'efficacia del 79-80%. Su CureVac aspettiamo i dati definitivi. Ma ricordiamo che non è un dramma, abbiamo abbastanza vaccini e ne arriveranno altri come appunto Novavax e Sanofi. Quelli che abbiamo ora sono fantastici e stanno aumentando la capacità produttiva".

I dati del 17 giugno 

 Sono 1.325 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 1.400. Sono invece 37 le vittime in un giorno, mentre ieri erano state 52. Questi i dati forniti dalla Protezione Civile nazionale. 

COVID TOSCANA 17 GIUGNO

Vaccini, le cifre

Sono 44.022.041 le dosi di vaccino contro il covid somministrate in Italia, il 89.8% di quelle consegnate, pari a 49.027.202 dosi. Nel dettaglio, sono state distribuite 33.603.740 dosi del siero di Pfizer/BioNTech, 9.143.105 di quelle di Vaxzevria (AstraZeneca), 4.538.356 di quelle di Moderna e 1.742.001 di quelle di Janssen. E' quanto si legge nel report del commissario straordinario per l'emergenza sanitaria, aggiornato alle ore 16:32 di giovedì 17 giugno.

Lo stato di emergenza

Futuro della struttura commissariale, smart working, disposizioni sulla scuola e procedure burocratiche. Con l'Italia che si avvia alla zona bianca totale, il Governo è ora alle prese con il nodo principale: l'eventuale proroga dello stato di emergenza, in scadenza il 31 luglio. Il tema divide le forze politiche anche all'interno dell'Esecutivo, con la Lega che spinge per non rinnovare il provvedimento. È in dirittura d'arrivo, invece, il green pass in Italia: in queste ore potrebbe essere firmato un Dpcm che lo introduce e ne fissa le regole nel nostro Paese, in vista di quello europeo che entrerà in vigore dal primo luglio. E se alcune Regioni hanno proposto anche l'inserimento di un'autocertificazione per la partecipazione a eventi, cerimonie, feste, il ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini chiarisce in vista della Conferenza con i governatori: «servirà comunque il documento di un vaccino o un tampone effettuato, perché l'autocertificazione fatta in casa non può andar bene».

Si pensa alla proroga

All'orizzonte della discussione politica, però, la questione più complicata resta il prolungamento della speciale procedura per far fronte alla pandemia: da Palazzo Chigi sarebbero arrivati segnali che propendono per la proroga, in quanto allo Stato di Emergenza sono legati la tenuta di tutta la struttura di missione del Commissario per l'Emergenza, Francesco Figliuolo, il Comitato Tecnico Scientifico, ma anche provvedimenti che riguardano lo smart working, la dad e alcune disposizioni lavorative nel caso di classi scolastiche in quarantena. Considerata la mutata situazione epidemiologica, la proroga non avrebbe comunque lo stesso significato di quelle precedenti: si tratterebbe soprattutto di una modalità per continuare a velocizzare alcune procedure. Anche se tecnicamente il rinnovo è possibile fino al 31 gennaio 2022, una delle ipotesi sarebbe quella di far terminare il provvedimento il 31 dicembre: una data che avrebbe anche il valore simbolico di lasciare la pandemia alle spalle con la fine dell'anno.

«Non abbiamo ancora parlato con Draghi, ma a mio avviso non ci sono i presupposti per trascinare lo stato di emergenza. Credo sarebbe un bel messaggio, come dire il peggio è passato», sottolinea però il leader del Carroccio, Matteo Salvini, al forum Ansa. E Fratelli D'Italia, con Giorgia Meloni, rincara la dose: «se confermata, sarebbe un'ipotesi folle». Il Pd, invece, è del parere opposto: «è da ipocriti pensare di cancellarlo proprio in questa fase - afferma Francesco Boccia, deputato dem e responsabile Enti locali della segreteria nazionale - . Serve per le procedure amministrative delle Regioni e dello stesso Commissario all'emergenza». Il ministro Gelmini - di Forza Italia - resta invece cauta ma avverte: «la valutazione sulla proroga dello Stato di Emergenza la farà il Governo con il supporto dei tecnici e del Cts: non si deve abusare della proroga perché sono poteri speciali utilizzati solo dove strettamente necessario, ma la variante Delta non deve essere sottovalutata. Errore che il Governo non farà». Resta in linea con Palazzo Chigi il ministro della Salute, Roberto Speranza, per il quale la fine della procedura speciale sarebbe un bel segnale, ma va comunque valutata anche alla luce delle esigenze di carattere burocratico. E sulla quasi totalità del Paese che sia avvia a lasciare l'area gialla spiega: «ho insistito affinché fosse un percorso graduale, ma con tutta probabilità da venerdì avremo il 99% del Paese in zona bianca, quindi siamo oggettivamente in una fase diversa. Ma serve ancora grandissima attenzione e lavoro costante da tutti i punti di vista per essere attrezzati e organizzati in una fase che è ancora di battaglia aperta». Il trend sul calo dei contagi continua la sua discesa: sono 1.400 i nuovi positivi al Covid e 52 le vittime in un giorno mentre il tasso di positività è stabile allo 0,7%. Si ritorna ai numeri dello scorso ottobre anche per le cifre sugli ingressi giornalieri in terapia intensiva, solo nove in 24 ore e sono 101.855 le persone attualmente positive al virus in Italia.

Salvini vuole togliere le mascherine all'aperto

"Ne parlerò con Draghi, sarà una nostra proposta sicuramente. Se tutta Europa sta andando in questa direzione, anche in realtà messe meno bene di noi, dobbiamo considerare anche noi questa opportunità". Così il leader della Lega, Matteo Salvini rispondendo alla domanda se chiederà esplicitamente al premier Draghi di togliere l'obbligo di mascherine all'aperto, come succede da oggi in Francia. Salvini l'ha detto a 'Radio anch'io', in onda su Rai Radio 1.

Lo stato di emergenza

"Sono assolutamente favorevole alla proroga dello stato d'emergenza. Non è finita, anche se siamo sicuramente in una fase positiva. Ma, nel mondo, la pandemia ancora c'è. Nel 2021 ha fatto più morti che nel 2020. Quindi bisognerà continuare a stare attenti". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, in merito alla possibile proroga, al 31 dicembre, dello stato di emergenza in scadenza il 31 luglio.

Zona bianca 

Tutta l'Italia, o quasi, è pronta a tornare ad aprire tutte le attività in zona bianca. E con il green pass ormai quasi in tasca. Il certificato verde digitale potrebbe arrivare nel nostro Paese prima di luglio, data in cui è previsto quello europeo, per spostarsi da uno Stato all'altro dell'Unione. In settimana potrebbe già riunirsi un Cdm per ufficializzare e limare i dettagli della bozza del nuovo decreto che introdurrà il nuovo lasciapassare. I sintomi dalla ripresa trovano conferma anche nel luogo simbolo della pandemia: il Comune di Codogno, che ha vissuto l'incubo del virus prima di tutti, è finalmente 'Covid free'.

Con circa 105mila persone attualmente positive (in Campania oltre 48mila guariti erano erroneamente stati indicati tra queste), da lunedì prossimo l'unica zona ancora gialla sulla mappa del contagio sarà la Valle D'Aosta, pronta ad entrare in bianca la settimana successiva. Il trend è confermato anche dalle cifre dell'ultimo bollettino del 15 giugno: 1.255 nuovi malati di Covid, 63 vittime in un giorno e il tasso di positività sceso allo 0,6%. Sono ora 504 i pazienti ricoverati in terapia intensiva e 3.333 quelli nei reparti ordinaria. Tutto fa dunque sperare che il Paese si stia avviando alla fine dello stato di emergenza: l'ultima proroga del provvedimento scadrà il 31 luglio e per quella data potrebbe essere prevista la cancellazione dell'obbligo di mascherina all'aperto. Un nuova norma sarebbe comunque necessaria, per permettere ad alcune strutture - nate per far fronte alla pandemia - di proseguire le proprie funzioni, come ad esempio quella del commissario per l'emergenza Covid, oltre a prevedere nuove regole sullo smart working e altre disposizioni sull'utilizzo delle mascherine. L'unica stretta potrebbe arrivare sui viaggiatori che arrivano dalla Gran Bretagna, dove dilaga la variante delta del virus, per i quali potrebbe essere disposta nei prossimi giorni la quarantena obbligatoria una volta arrivati in Italia.

In vista della fine di luglio, nel frattempo, ripartono - anche nelle regioni ancora gialle - i parchi divertimento, i banchetti per i matrimoni, fiere e cerimonie in generale. Per ora restano chiuse ovunque le discoteche, la cui apertura non è stata ancora annunciata. E presto, a controllare il certificato per l'accesso a questa e tante altre attività, ci saranno forze dell'ordine e pubblici ufficiali. Ma non sarà così ovunque. Ad un concerto, davanti a stadi o discoteche, i gestori dei locali pubblici o dei luoghi dove si svolgono gli eventi avranno il diritto di verificare la documentazione. Il certificato verde, gratuito, esiste già di fatto: per averlo bisogna essere vaccinati contro il Covid oppure effettuare un test con esito negativo nelle ultime 48 ore o ancora essere guariti dall'infezione. Dal primo luglio, però, tutto confluirà nel sistema europeo e prima della fine di questo mese potrebbe già essere digitalizzato con il sistema del 'Qr code' (il codice di identificazione che rivela le varie informazioni) come lasciapassare per le diverse attività. Per chi non ha ancora effettuato il richiamo, il pass è valido temporaneamente quindici giorni dopo la somministrazione della prima dose e fino alla data prevista di inoculazione della seconda: da quel momento sarà poi rilasciato il certificato valido nove mesi. Potrà essere scaricato attraverso la app 'Immunì e non al momento non con 'Iò (la stessa già usata per il cashback), ma aldilà dei software, chi vorrà ottenere la certificazione verde in formato non digitale potrà rivolgersi anche al medico di famiglia, pediatra e - forse - al farmacista. Il documento però può anche essere revocato in caso di nuovo contagio Covid, che comporta l'annullamento del pass.