"Coronavirus, così proteggiamo i ragazzi disabili"

La presidente Di Maolo spiega come al Serafico di Assisi l'emergenza è gestita separando i ragazzi gravi fra più residenze

Francesca Di Maolo

Francesca Di Maolo

Assisi, 9 aprile 2020 C’è un pezzo d’Italia che non puo fare a meno di contatto fisico anche in costanza di pandemia. È quella di una delle categorie più deboli, i disabili gravi che vanno accuditi in tutto e per tutto e che senza gli abbracci e le mani di operatori sanitari specializzati, fisioterapisti e logopedisti, non potrebbero andare avanti. Per queste persone rispettare il distanziamento sociale è impossibile. Abbiamo chiesto a Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi che ospita 80 ragazzi con queste problematiche, come si fa a proteggerli da un nemico tanto subdolo. «Con una nuova organizzazione e rigorose misure di sicurezza –  risponde – Abbiamo tutti i ragazzi ricoverati in regime residenziale: non possono rientrare a casa e i genitori non possono venire a trovarli. Questa è la sola casa in cui possono restare. Così da fine febbraio – ricorda – ci siamo blindati. I nostri ragazzi sono disabili gravi e gravissimi, ricoverati perché non gestibili dalle famiglie. Li abbiamo divisi in sei residenze diverse che non hanno contatti tra loro. Ognuna ha un gruppo di operatori".

Francesca Di Maolo è presidente del Serafico dal 2013. Dal 2017 guida anche Aris Umbria, associazione che riunisce istituti di ricovero e centri di riabilitazione . "Ora i centri semiresidenziali sono chiusi per l’emergenza – spiega –. Mi preoccupa sapere che ci sono tanti bambini e ragazzi disabili a casa senza continuità di prestazioni. Il Decreto Cura Italia prevede l’erogazione di interventi non differibili e l’attivazione dell’assistenza domiciliare su richiesta delle famiglie, con estensione del congedo per chi ha diritto alla 104. Ma l’erogazione di queste attività ha tempistiche non immediate. Ci sono casi che necessitano di supporto fisioterapico, ad esempio. Casi in cui l’interruzione del sostegno vanifica i miglioramenti, col rischio di far precipitare situazioni di salute già precarie. Per questo abbiamo attivato un numero verde nazionale per dare supporto a famiglie che, per la chiusura dei Centri diurni, devono farsi totalmente carico dell’assistenza dei figli. Per parlare con gli esperti del Serafico basterà contattare il numero verde 800 090 122 dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 17". Come vivono il distacco dalle famiglie i ragazzi del Serafico? "Tengono il contatto via telefono e i-pad con le famiglie. Ci sono – dice quasi commuovendosi – video-saluti straordinari, ricchi di un’umanità intensa". Nonostante la blindatura il rischio zero per i contagi non esiste. "Abbiamo predisposto squadre di operatori pronte a subentrare in caso di problemi. E allestito un’area attrezzata per ospitare eventuali casi di positività, che ci auguriamo di non avere". Donatella Miliani