Coronavirus, Saccardi: "Presenza cinesi a Prato non c’entra nulla"

L'assessore alla Salute: "Problema riguarda solo chi è stato in quella parte di mondo"

Coronavirus, disinfestazione di un treno a Seul (Ansa)

Coronavirus, disinfestazione di un treno a Seul (Ansa)

Firenze, 29 gennaio 2020 - "Il problema non riguarda i cinesi in quanto cinesi, riguarda chi è stato in quella parte di mondo. Quindi non c'entra niente con la comunità cinese a Prato". Lo ha detto Stefania Saccardi, assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana, rispondendo ad un'interrogazione sul caso, poi rivelatosi negativo, di sospetto coronavirus, a Pistoia. "Se arriva un fiorentino che è stato sei mesi in quei posti in Cina è molto più sospetto di un cinese che non si sia mossa da qua da quattro anni. Il problema riguarda solo chi ha vissuto in quella parte di Cina", ha ribadito Saccardi.

«In relazione a eventuali casi, nella nostra regione non sono stati segnalati casi confermati di Coronavirus o che rispondano ai criteri di casi stabiliti dalla circolare del ministero della Salute». L'assessore ha spiegato che «la circolare del ministero con le prime indicazioni sull'epidemia è arrivata il 22 gennaio ed è stata prontamente trasmessa alle aziende sanitarie con invito alla massima diffusione».

Inoltre, ha ricordato Saccardi, «il 24 gennaio si è svolta una riunione con i direttori generali delle aziende sanitarie, compresa Estar, per assicurare corretti percorsi di pronto soccorso con presa in carico dedicata e protetta». Per eventuali casi sospetti, ha spiegato, «le misure da adottare non sono quelle richieste per l'Ebola essendo il Coronavirus più simile alla Sars», le azioni da mettere in campo sono quelle della «ospedalizzazione in isolamento in un reparto di malattie infettive secondo le indicazioni dettate dal ministero».

L'assessore ha poi ribadito quanto già annunciato nei giorni scorsi: nel corso di questa settimana sono in programma «riunioni con i vari settori della sanità regionale per definire esattamente l'organizzazione degli accertamenti di laboratorio che saranno centralizzati sulle tre aziende ospedaliero-universitarie», incontri «con medici di medicina generale e pediatri» e la costituzione di «una task force per gestire in modo integrato il problema e programmare esercitazioni e simulazioni nei presidi ospedalieri».