Sanità, controlli dei Nas: scoperti 165 sanitari irregolari in ospedali e Rsa

Dati registrati solo dalla seconda metà di novembre in tutta Italia. Coinvolte una cooperativa di Pistoia e una Rsa di Prato

Nas in azione (foto di repertorio)

Nas in azione (foto di repertorio)

Prato, 5 dicembre 2022 - Una fisioterapista e la responsabile di una cooperativa di Pistoia sono state denunciate. È successo a seguito di un'ispezione da parte dei carabinieri del Nas in una Rsa della provincia di Prato, dove la responsabile aveva consentito alla fisioterapista di svolgere attività, seppur in attesa dell'iscrizione al relativo albo delle professioni. 

Purtroppo non si tratta di un caso unico nel suo genere, numerose sono infatti le irregolarità riscontrate dai Nas durante i loro controlli: solo da metà novembre si registrano 165 posizioni lavorative irregolari in strutture sanitarie e socio-assistenziali pubbliche e private di tutta Italia. Strutture che, spiegano i militari: "ricorrono sempre più spesso a contratti di appalto per avvalersi di professionalità sanitarie - medici, infermieri ed operatori sanitari - forniti da società esterne, solitamente riconducibili a cooperative".

I controlli hanno riguardato 1.934 strutture sanitarie, con il monitoraggio di 637 imprese/cooperative private e la verifica di oltre 11.600 figure tra medici (13%), infermieri (25%) e altre professioni sanitarie (62%). Sono state segnalate complessivamente 205 persone, tra responsabili di cooperative, titolari di strutture sanitarie ed operatori sanitari, di cui 83 all'autorità giudiziaria e 122 a quella amministrativa. In particolare, sono stati denunciati 8 titolari di cooperative per l'ipotesi di reato di frode inadempimento nelle pubbliche forniture. Sono ritenuti responsabili di aver inviato personale in attività di assistenza ausiliaria ad ospedali pubblici, in numero inferiore rispetto a quello previsto dalle condizioni contrattuali con l'azienda sanitaria, o impiegato semplice personale ausiliario, privo del titolo abilitativo, anziché figure professionali socio-sanitarie, e, infine, personale medico non specializzato per l'incarico da ricoprire.

Tra le numerose irregolarità accertate, c'è la fornitura da parte di cooperative di medici con età anagrafica superiore ai 70 anni stabiliti da contratto, l'esercizio abusivo della professione ma anche l'impiego di figure sanitarie esterne collocate in attività lavorativa senza l'adeguata formazione sulla tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro. In un caso una cooperativa attiva nella provincia di Latina ha fornito un medico, già in servizio in un ospedale pubblico in rapporto di esclusività, ad un nosocomio di un'altra provincia per ricoprire turni di guardia.

Sono state accertate e contestate anche violazioni per carenze autorizzative, funzionali e strutturali che hanno determinato, nei casi più gravi, la chiusura di 5 strutture socio-sanitarie.