Contanti sì, contanti no? Vota il sondaggio - 2

Il dibattito de lanazione.it si arricchisce del parere contrario di Sorani (Confartigianato) e della riflessione dell'avvocato penalista Nino D'Avirro

Tagli di banconote, foto di repertorio (Ansa)

Tagli di banconote, foto di repertorio (Ansa)

Firenze, 18 ottobre 2019 - Continua il dibattito de lanazione.it  sulla smaterializzazione della moneta e sul passaggio obbligato a carte e bancomat secondo le intenzioni del Governo. Dopo Donvito (Adoc) e Masini (Ordine dei commercialisti toscani) si esprimono Alessandro Sorani, presidente di Confartigianato Firenze e il penalista avvocato Nino D'Avirro. 

 

CONTRARIO 

Sorani (Confartigianato): "Le banconote non sono sinonimo di nero"

«Abolizione o limitazione dei contanti? Sono assolutamente contrario». A schierarsi contro l’ipotesi di ridurre al massimo l’uso delle banconote, a favore di carte e bancomat che è in questi giorni al centro del dibattito nazionale, è il presidente di Confartigianato Firenze, Alessandro Sorani (foto). «Utilizzare i contanti non è necesariamente  sinonimo di evasione o di nero - spiega Sorani -. Paesi come Austria o Germania, che noi prendiamo spesso ad esempio, non hanno alcuna limitazione all’uso della moneta. Va poi anche considerato che il contante ha un’importanza educativa: tutti noi siamo cresciuti sapendo bene il valore di ciò che avevamo in tasca anche perché usavamo e usiamo le banconote. Vedere un numero su una App non è affatto la stessa cosa e in casi come le ludopatie usare solo le carte potrebbe fare esplodere ulteriormente il problema». «Monete e banconote - prosegue - sono poi uno strumento più veloce, soprattutto per importi minori come il giornale o il caffè. L’evasione è questione di civiltà: lo Stato deve far comprendere in maniera chiara cosa fa con le tasse. Bisogna rinnovare un patto di fiducia fra cittadini e politica. Gli strumenti ‘coercitivi’ complicano la vita agli onesti senza alcun risultato concreto sui disonesti".

Alessandro Vittorio Sorani
Alessandro Vittorio Sorani

Eclatante in questo caso, secondo Sorani, è stata "la vicenda della fatturazione elettronica che ha reso la vita difficile a moltissime piccole imprese. Infine spesso si dimentica che la vera evasione la fanno le multinazionali e i colossi economici, magari aggirando astutamente le norme con l’aiuto di validi consulenti legali. Non giustifico certo i rari casi di artigiani e negozianti che fanno il nero, quando si verificano. Ma restano fenomeni del tutto minoritari e residuali".

CAUTO

D'Avirro: "Attenti a non scivolare nella crociata"

"Il rischio è che tutto si trasformi in crociata e  quando si verificano crociate si possono raggiungere derive pericolosissime".
L'avvocato Nino D'Avirro, penalista, osserva l'annunciata riduzione dell'uso dei contanti dal punto di vista giudiziario. 
 
Attualmente la rilevanza penale emerge al raggiungimento di determinate soglie per l'entità delle somme evase. Si tratta di 150mila euro per il caso di dichiarazione infedele, di 50mila euro per omessa dichiarazione, di 30mila euro per chi adotti artifici al fine di evadere il fisco, mentre nessuna soglia è prevista nel caso di evasione fraudolenta, come il ricorso a false fatture per dimostrare operazioni inesistenti. Quanto alle sanzioni, vanno da diciotto mesi a sei anni per l'ipotesi fraudolenta e da uno a tre anni per le dichiarazioni infedeli.
 
Avvocato, le misure della manovra serviranno a porre un freno  all'evasione fiscale? "Riducendo l'uso del contante si limitano i margini di ricorso al nero e quindi di evasione - argomenta D'Avirro -  ma penso ai disagi che ciò comporterebbe per ampie frange sociali come gli anziani, coloro che non hanno dimestichezza con le carte con la tecnologia. In ogni caso, il timore più fondato è che si finisca per produrre norme fumose che diano adito a contestare penalmente fatti con rilevanza penale in realtà assai limitata". 
 
 
Maurizio Masini, presidente della Conferenza regionale degli ordini dei commercialisti
Maurizio Masini, presidente della Conferenza regionale degli ordini dei commercialisti

FAVOREVOLI. A favore del provvedimento, anche se con notevoli riserve e preoccupazioni, c’è il presidente della Conferenza regionale degli ordini dei commercialisti, Maurizio Masini (foto). «Dobbiamo ancora discutere la questione collegialmente – spiega – ma in linea generale non possiamo essere contrari, dato che si tratta di un passaggio inevitabile verso la modernizzazione e per il contrasto dell’evasione fiscale. Molto però dipende da come verrà applicata la norma. Eravamo idealmente favorevoli anche all’introduzione della fatturazione elettroniche, ma la sua applicazione pratica ha avuto moltissimi problemi. Nel caso del contrasto all’uso dei contanti vanno tenute presenti le difficoltà di alcune persone, come gli anziani, e va detto che oggi è comunque tutto tracciato e tracciabile: per contrastare l’evasione si potrebbero applicare tranquillamente altri strumenti. Per il resto, ripeto, attendo di vedere come verrà condotto il passaggio verso questa innovazione».

Massimo Mallegni
Massimo Mallegni

CONTRARI. Nelle file dei no ecco invece Massimo Mallegni (foto), senatore toscano di Forza Italia, assessore e tre volte sindaco di Pietrasanta (Lu). «Sono assolutamente contrario – spiega – ai provvedimenti per l’abolizione dei contanti: stiamo tornando, in modo sbagliato, al governo delle cose alla rovescia. Non serve vietare qualcosa, basta incentivare i cittadini a comportarsi in modo diverso. L’uso di bancomat e carte di credito al posto delle banconote tradizionali deve essere una scelta, una preferenza libera di chi compra e ci sono tutti gli strumenti per fare in modo che questo succeda. Un’altra strada molto semplice è quella di rendere obbligataria l’esibizione del codice fiscale nel momento in cui viene fatto un pagamento di qualsiasi tipo. Basterebbe estendere a ogni acquisto quello che già viene fatto in farmacia, quando si compra un farmaco. In questo modo tutto verrebbe tracciato, facendo emergere l’evasione, ma lasciando ai cittadini la libertà di pagare come meglio credono».