Ciclone in Mozambico e Malawi. Come aiutare

Sant'Egidio: "È una corsa contro il tempo"

Gli aiuti umanitari di Sant'Egidio a Beira

Gli aiuti umanitari di Sant'Egidio a Beira

Firenze, 6 aprile 2019 - Il devastante ciclone Idai che ha colpito il Malawi e il Mozambico a metà marzo ha causato enormi perdite di vite umane, la distruzione della città di Beira e la "scomparsa" di interi villaggi. Una tragedia che ha colpito circa 3 milioni di persone e di cui non è ancora possibile tracciare un bilancio definitivo. Per la Comunità di Sant'Egidio è un dramma vicino, per la presenza di tante Comunità sia in Malawi che in Mozambico, il Paese per il quale la sua mediazione nel 1992 riuscire a ottenere l’accordo di pace. A Beira il Centro Dream per la cura dell'Hiv e il centro nutrizionale di Sant’Egidio sono stati gravemente danneggiati, ma hanno costituito, subito dopo il passaggio del ciclone, un punto di raccolta per gli sfollati che non sapevano dove andare. Dalle prime ore dopo la tragedia è stata attivata nei due Paesi una rete di soccorsi per la distribuzione di medicinali, vestiti e generi alimentari di prima necessità come riso e farina. Una delle conseguenze del ciclone è la contaminazione delle acque, che genera un alto rischio di epidemie. In Mozambico si sono già verificati i primi casi di colera e l'OMS ha dichiarato che il contagio potrebbe raggiungere tra le 5 e le 10.000 persone. Si lavora contro il tempo per vaccinare quante più persone possibile. Per questo nei centri della Comunità di Sant'Egidio è partita una campagna di vaccinazione contro il colera e si distribuisce l’acqua potabile. Per maggiori informazioni sugli aiuti organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio per il ciclone vedi il link