Chiara Ugolini: lunedì a Fumane i funerali della ragazza uccisa

Sabato una fiaccolata per ricordare la giovane. Si concluderà davanti alla casa della sua famiglia

Chiara Ugolini

Chiara Ugolini

Verona, 10 settembre 2021 - Si svolgeranno lunedì 13 settembre a Fumane i funerali di Chiara Ugolini. Alle 14,45, nella chiesa parrocchiale del paese della Valpolicella dove la giovane è vissuta fino a un anno fa assieme alla famiglia prima di trasferirsi sul lago di Garda, verrà dato l’ultimo saluto alla 27enne, uccisa brutalmente dal vicino di casa, Emanuele Impellizzeri, 38enne di origini catanesi, che ora è rinchiuso nel carcere fiorentino di Sollicciano con l'accusa di omicidio volontario aggravato. La comunità fumanese si è stretta attorno ai genitori e al fratello della ragazza, oltre che al fidanzato Daniel, che ha affidato ai social uno struggente ricordo della sua amata. Domani, sabato 11 settembre, si svolgerà una fiaccolata in ricordo della ragazza. Prenderà il via alle 20 al municipio di Fumane per arrivare fino alla casa della famiglia Ugolini.

L’autopsia sul corpo di Chiara, durata 4 ore, non ha permesso di determinare con esattezza la causa della sua morte. L'esame autoptico ha riscontrato diversi traumi interni, alla nuca, al torace, all'addome, segno di una colluttazione violenta con l'aggressore, ma nessuna lesione che da sola spieghi la causa del decesso. Resta da approfondire l'entità dei danni causati dalla candeggina, di cui il killer ha imbevuto uno straccio che la povera ragazza è stata costretta ad ingerire.

Impellizzeri in passato era stato condannato per rapina per due colpi risalenti al 2006, reati contro il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale. Adesso si trovava in affidamento in prova ai servizi sociali nell'abitazione a piano terra della palazzina a tre piani in cui viveva anche la vittima. Chiara aveva un certo timore di quel vicino e infatti, hanno riferito i familiari, quando lo incrociava si limitava ad un semplice saluto. Impellizzeri come foto profilo su Facebook aveva la scritta "Il duce". Basta scorrere i suoi scatti social per ricavarne un primo sommario ritratto: la moto, le feste, l’ostentazione del fisico palestrato. E poi, certo, la figlia, appena nata. L’uomo, dopo la morte di Chiara, ha prelevato 200 euro, è montato in sella alla moto di grossa cilindrata ed è scappato in una fuga senza senso, prima di essere arrestato dalla Polstrada lungo l'autostrada del Sole nei pressi di Firenze Impruneta. 

«Dei genitori hanno detto, dopo che la loro figlia è stata uccisa qualche giorno fa, che se l'assassino fosse stato in carcere lei sarebbe viva. Di fronte a questo non abbiamo ancora delle alternative che possano garantire le vittime soprattutto le donne». Lo ha detto Marta Cartabia, ministro della Giustizia, partecipando in streaming ad un incontro per la presentazione del docufilm 'La Nave’ sul carcere di San Vittore in visione alla Mostra del cinema di Venezia a cura della Fondazione. L'allusione implicita è al caso dell'assassinio di Chiara Ugolini. «L'essere umano - ha aggiunto - è in grado di fare grandi cose ma anche di fare il male, qui è importante sapere realizzare un percorso di pena che risponda effettivamente alla specificità della persone. Pensando a percorsi più proficui, più umani anche perché il carcere se non offre inserimento porta alla recidiva». «È un mondo variegato - ha concluso - non abbiamo quindi la possibilità di non pensare di non utilizzare il carcere». 

“L’atroce omicidio di Chiara Ugolini a Calmasino di Bardolino (Verona) è, purtroppo, l'ennesima prova di quanto siano inefficaci e in taluni casi pericolose le misure alternative alla detenzione carceraria». Lo dichiara, in una nota, il deputato e coordinatore della Direzione Nazionale di Fratelli d'Italia Edmondo Cirielli. «Il suo aguzzino era in affidamento in prova ai servizi sociali nella palazzina in cui viveva Chiara ed era uscito dal carcere solo lo scorso giugno. Questa drammatica vicenda - aggiunge Cirielli, - dovrebbe far riflettere i ministri Cartabia e Lamorgese che, con il nuovo Svuotacarceri previsto nella riforma della giustizia, aumentano la possibilità per i criminali di usufruire delle misure alternative alla detenzione in carcere, con il rischio in futuro di incorrere in episodi simili. Cartabia e Lamorgese, dunque, si stanno assumendo una grave responsabilità morale e politica. Fratelli d'Italia, da tempo, sta proponendo in Parlamento norme che irrigidiscono e limitano gli strumenti premiali alternativi alla detenzione carcerario allo scopo di assicurare la certezza della pena. Finora, però, anche dal Governo Draghi, abbiamo ricevuto solo risposte negative», conclude Cirielli.