Oggi è Santa Caterina, patrona di Siena e d’Italia: le origini e la storia

Tre giorni di celebrazioni a Siena: ecco le opere della Santa che è anche compatrona d’Europa

Santa Caterina da Siena

Santa Caterina da Siena

Siena, 29 aprile 2022 - Il 25 marzo del 1347 nasceva a Siena nel rione di Fontebranda, della contrada dell'Oca, Santa Caterina. Era l’ultima dei 25 figli del tintore Jacopo Benincasa e aveva una gemella, che però è morta poco tempo dopo essere venuta al monco.

Fin da bambina aveva frequentato i frati Predicatori della basilica di San Domenico, che erano poco distanti da dove abitava. Dal 1363 nel terz’ordine domenicano, scelse di seguire la sua vocazione mettendosi al servizio dei bisognosi, e infatti entrò nelle Mantellate o Terziarie domenicane, che si dedicavano a opere di carità, soprattutto verso i poveri, i bisognosi e gli ammalati. Si spese per tutti gli infermi, e si narra che curò amorevolmente una lebbrosa nonostante questi ricambiasse con insulti e percosse. Santa Caterina è per questo patrona delle infermiere.  A 20 anni le apparve Gesù con Maria e altri santi, le pose l’anello nuziale al dito e, in una successiva visione, le chiese di dedicarsi al rinnovamento della Chiesa. Caterina uscì, quindi, a vita pubblica, percorrendo le strade non solo della Toscana ma dell’Italia.

Dal quel momento si dedicò, accanto alla vita contemplativa, a un’intensa attività di pacificazione fra in seno alle famiglie, alle fazioni, alle città in guerra, e anche fra gli stati. Non a caso Giovanni Paolo II definì la vergine di Fontebranda "messaggera di pace" e “mistica della politica”.  Fece da intermediaria di pace a Pisa, a Lucca, fra il Papato e Firenze, riuscì a sedare l’odio tra due famiglie a Volterra, guelfa l’una e una ghibellina l’altra. Mandata da papa Gregorio XI ad Avignone dai fiorentini che non erano riusciti a portare a termine una missione di riappacificazione, favorì il ritorno a Roma del pontefice nel 1377, riuscendo così anche a porre fine alla ‘cattività avignonese’ dei papi.

Ricevette le stimmate a Pisa nella chiesa di Santa Cristina nel 1375, quale segno della sua perfetta identificazione con lo Sposo crocifisso. Stimmate che rimasero invisibili per significare i dolori soprattutto morali che avrebbe sopportato per l'unità della chiesa. Non avendo studiato non sapeva scrivere, perciò affrontò vari aspetti teologici, dalla Trinità ai sacramenti, il sacerdozio alla vita spirituale, dettando ai discepoli le sue 381 lettere. L’opera principale è il ‘Dialogo della Divina Provvidenza’ che terminò due anni prima di morire.

Si spense a soli 33 anni, il 29 aprile 1380. Venne canonizzata nel 1491 dal papa senese Pio II, ed è stata dichiarata nel 1939 da Papa Pio XII patrona d’Italia insieme con san Francesco d’Assisi. Nel 1970 Papa Paolo VI la dichiarò Dottore della Chiesa e nel 1999, Giovanni Paolo II la proclamò Patrona d’Europa insieme a Santa Benedetta della Croce e a Santa Brigida di Svezia.

 

Maurizio Costanzo