Centri storici, niente sarà più come prima.Identità da ritrovare: Firenze e Pisa apripista

Piazza dei Miracoli, la tutela Unesco crea azioni virtuose. Bancarelle di souvenir definitivamente allontanate dalla Torre

Dopo la pandemia le eccellenze turistiche come i centri storici potrebbero cambiare

Dopo la pandemia le eccellenze turistiche come i centri storici potrebbero cambiare

Pisa, 20 marzo 2021 - Alla ricerca dell’identità perduta. E’ quella dei centri storici delle città d’arte toscane, quei musei a cielo aperto che il mondo invidia e che "prima" della pandemia erano meta di viaggi e vacanze, ma che da un anno sono sospesi in una dimensione senza tempo. Ma questa straordinaria ricchezza, questa bellezza immobile, è pronta a scaldare i motori per non farsi trovare impreparata quando arriverà il momento di uscire dal tunnel. Anche se niente sarà più come prima, né per il turismo, né per chi nelle città d’arte vive e lavora. Ecco allora che due blasonate città, Firenze e Pisa, fanno da apripista provando a mettere a fuoco proposte innovative di ripartenza. Per primo il sindaco del capoluogo regionale, Dario Nardella – in sponda con il collega Luigi Brugnaro di Venezia – ha presentato un pacchetto di proposte, inviato al governo e battezzato non a caso "Città d’arte #Nonmetterledaparte". E poi ha messo in campo una serie di azioni mirate alla rinascita del centro storico di Firenze, per la salvaguardia della sua identità e per frenare l’emorragia di abitanti: da qui l’idea di un censimento dei quartieri storici per capire quante famiglie se ne sono andate, ma anche la conferma dello stop ai frazionamenti per realizzare appartamenti minuscoli, forse più a misura di affitti turistici brevi, mordi e fuggi, certamente non adatti alle famiglie, soprattutto oggi, dopo che lo smart working ha insegnato che non si può vivere in 30-40 metri. E ancora, un tetto di 90 giorni l’anno per le locazioni turistiche brevi compresa la possibilità di azionare la leva fiscale per incentivi ad esempio sull’Imu. Anche Pisa, si diceva, si attrezza: il sindaco Michele Conti ha varato un primo pacchetto di interventi a favore delle attività commerciali piegate dalla crisi, che ha colpito duro soprattutto tra i negozi storici e di tradizione, certamente più fragili rispetto ad esempio alle grandi catene. Da qui i contributi sui canoni di locazione per i fondi e per l’abbattimento della Tari-Tassa rifiuti per i negozi e l’esenzione dal pagamento del suolo pubblico per un certo periodo con possibilità per bar e locali di ampliare gli spazi esterni fino al 40%. L’altra grande novità riguarda la recentissima approvazione del Piano di gestione per Piazza dei Miracoli Patrimonio dell’Unesco. Un Piano che, attraverso 17 schede-obiettivo, consentirà di garantire una migliore tutela del sito, sul quale è stato sancito non rientreranno mai più – nel rispetto dei numerosi vincoli che gravano sull’area – le bancarelle dei venditori ambulanti di souvenir. Un risultato storico che impone di dare una nuova destinazione a una ottantina di banchi, molti attualmente dislocati subito fuori dalle mura della città e per le quali il Comune ipotizza una distribuzione lungo l’intero asse turistico, ma nessuna all’interno del recinto monumentale. Altra partita delicatissima, il recupero della grande area dell’ex ospedale Santa Chiara, una zona fragile e preziosa, con vista Torre pendente, per la quale il sindaco Conti prevede un drastico abbattimento dei volumi realizzabili (-40%) rispetto ai precedenti piani e un orientamento verso i servizi, soprattutto la filiera universitaria e delle imprese ad alto contenuto tecnologico e innovativo. Per assicurare al centro canoni di vivibilità e qualità.