Va a votare a 103 anni, Pietro Omodeo: "La prima volta per il referendum sulla Repubblica"

Siciliano di nascita e toscano d’adozione, Pietro Omodeo è uno dei padri della moderna zoologia, ha combattuto ad El Alamein e ai giovani dice: “Andate a votare”

Siena, 25 settembre 2022 - Tra i tanti elettori stamani c’era anche Pietro Omodeo, uno dei padri della moderna zoologia italiana e internazionale, che a 103 anni non ha voluto mancare l’appuntamento con le urne. Pietro Temistocle Omodeo è nato a Cefalù, in provincia di Palermo, nel 1919, figlio dello storico italiano Adolfo Omodeo. Grande studioso naturalista e ambientalista, si è formato a Pisa dove ha studiato Scienze Naturali e i primi tre anni alla Scuola Normale. Sotto le armi ha combattuto in nord-Africa e nel novembre 1942 è stato fatto prigioniero in Egitto, per poi essere rimpatriato nel 1946. Quell’anno riprese gli studi per perfezionarsi in zoologia alla Normale di Pisa. Divenne assistente alla cattedra di biologia a Siena e poi professore straordinario di Biologia generale sempre all’ateneo senese. Assumerà anche incarichi politici in Toscana: dal 1951 al 1955 è stato assessore alla cultura della provincia di Siena e dal 1952 al 1965 vicepresidente del policlinico universitario. Poi dal 1956 al 1960 sempre a Siena è stato consigliere comunale e dal 1960 al 1965 presidente del consiglio dell'Orfanatrofio di San Marco. Assumerà vari incarichi accademici, nella sua carriera autore di varie pubblicazioni e nel 1979 l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini lo insignì della Medaglia d'oro dei Benemeriti della Scuola, della Cultura, dell'Arte. Nel 2003 ha anche ceduto la propria biblioteca a quella del Museo Galileo. Ancora attivo con studi e pubblicazioni, in occasione del suo centenario, il 27 settembre 2019 l’ateneo senese ha organizzato un simposio sul suo lavoro all'Accademia dei Fisiocritici.

Ecco il punto di vista di Omodeo che ci ha spiegato in una videointervista a cura di Paolo Lazzeroni. Signor Pietro, a 103 anni si ritrova a votare, che emozione è stata? “Per me è molto importante andare a votare. Lo feci per la prima volta per il referendum del ’46 per la Repubblica. Ricordo che con Giorgio Napolitano, che era più giovane di me, insieme andavamo in giro per Napoli a fare propaganda, in un autocarro molto rudimentale”. Prima era andato in guerra e ora ha visto la pandemia. Quanto è importante oggi andare alle urne? “È molto importante. Io ho combattuto a El Alamein, sono uno degli ultimi testimoni di quella battaglia perduta, che però fu combattuta con molto coraggio. Sapevamo tutti che l’avremmo persa, perché non avevamo sufficienti armi e munizioni, però è stata combattuta molto coraggiosamente”. Cosa si sente di dire ai ragazzi e alle persone che non vogliono andare a votare? “Credo che non siano poi molti, perché ho visto che c’è una grande quantità di gente fuori. Dico loro di provare una prima volta, perché dopo si prova soddisfazione, con la speranza che il proprio voto abbia un peso e possa contare”. A questo punto le aspettano le prossime elezioni fra cinque anni. “Io sono biologo e mi sono molto occupato dei problemi del riscaldamento globale e di tutte le conseguenze che può avere. Ogni tanto su internet compare qualche mio contributo: insomma finchè posso contribuisco a quello che ritengo il bene comune. Quanto alle prossime elezioni, nella statistica meglio non mettermi”.

Maurizio Costanzo